La grafite è una materia prima sempre più richiesta dall’industria delle batterie. Serve per produrre gli attuali anodi e, stando a recenti studi, il mercato ne chiederà sempre di più. Ecco perché l’idea del gigante scandinavo Stora Enso, specializzato in silvicultura, e del produttore di batterie ATL (attenzione, non CATL, la C non c’è in questo caso) è a dir poco interessante.

Le due aziende, insieme a CarbonScape, azienda la cui attività mira alla riduzione delle emissioni di CO2 nella produzione di anodi, hanno unito le forze per produrre “biografite” da sottoprodotti della silvicultura e della lavorazione del legno. Trucioli, segatura, scarti vari possono essere lavorati e finire dentro le celle agli ioni di litio.

Più grafite, meno CO2

CarbonScape ha affermato che la biografite rappresenta un’alternativa sostenibile sia alla grafite naturale (quella che viene estratta direttamente) sia alla grafite sintetica (che deriva dalla lavorazione di sostanze a base di idrocarburi). Dopo sette anni di studi, l’azienda è riuscita finalmente a mettere a punto un metodo efficiente e addirittura a brevettarlo.

grafite sintetica

La biografite, addirittura, ha un’impronta di carbonio negativa: rispetto alla grafite sintetica o a quella estratta può far risparmiare 30 tonnellate di CO2 per ogni tonnellata di materiale.

Considerando che la grafite rappresenta circa il 30% di un’intera batteria, riducendo potenzialmente le emissioni dell’intero comparto produttivo si potrebbe arrivare a un risparmio di quasi 90 milioni di tonnellate di CO2 all’anno entro il 2030.

La grafite sintetica può essere un'alternativa

Venendo alla grafite sintetica citata da CarbonScape, c’è da citare un recente studio cinese secondo il quale si può ricavare in laboratorio con metodi sostenibili. I progressi tecnologici in questo settore potrebbero portare ad avere il 65% degli anodi delle batterie agli ioni di litio prodotti proprio con questo materiale entro il 2025.

Anche gli Stati Uniti stanno iniziando a investire in questo settore, spinti dalla voglia di rompere un equilibrio che vede la Cina in posizione praticamente egemonica con oltre il 90% della produzione mondiale di grafite naturale estratta.