Alla fine, anche quando si è espresso sugli obiettivi di vendita entro la fine decennio, Elon Musk è stato un po’ troppo ottimista. Infatti, nell’ultimo report rilasciato da Tesla, la Casa ha ammesso che non riuscirà a consegnare 20 milioni di auto elettriche all’anno dal 2030.

In effetti, sin dal rilascio di queste dichiarazioni, tanti analisti, facendo i conti sui tassi di crescita, si erano detti dubbiosi sulla realizzabilità del piano di espansione. Anche perché avrebbe significato che Tesla sarebbe arrivata a produrre più del doppio di quanto non faccia ora Toyota, primo costruttore automobilistico al mondo. Ora è la stessa Casa a dire che le condizioni attuali del mercato non lo consentono.

Un radicale cambio di strategia

La dichiarazione di Tesla sulla revisione degli obiettivi di vendita da qui al 2030 è un ulteriore segnale del fatto che la Casa si stia allontanando sempre di più dalla produzione di automobili per concentrarsi su attività maggiormente redditizie come l’intelligenza artificiale, la guida autonoma e, proprio in relazione a queste due, il Robotaxi.

Tesla licenzia ancora e prepara i suoi robot umanoidi

Senza dimenticare l’Optimus, il robot umanoide sulla cui messa a punto è al lavoro un team di tecnici e ingegneri che stanno dando forma a un progetto dal potenziale enorme. E non lo dice tanto Elon Musk (o meglio, non lo dice solo lui), come dimostrano le mosse di altre Case, BMW in testa, che stanno valutando le opportunità offerte da queste tecnologie.

Sempre un passo avanti?

A fronte delle ultime mosse, una domanda sorge spontanea. Non è che Tesla ha intuito che l’auto elettrica rappresenta un mercato in veloce saturazione (per quanto in espansione) e preferisce spostarsi in settori dove la concorrenza è meno agguerrita?

Tesla, in fondo, sin dagli esordi, lavora su una vasta gamma di servizi che con l’auto elettrica hanno a che fare fino a un certo punto. Ci si riferisce ai Powerwall, ai Solar Roof e, più in generale, a tutti i servizi legati alle rinnovabili. Potrebbe essere che, dopo aver fatto da apripista alla mobilità a zero emissioni, ora l'interesse si sposti altrove. Certo, alle auto non rinuncerà, non in tempi brevi almeno (la Model 2 è posticipata ma non cancellata), ma è altrove che si può fare davvero la differenza.