Tesla ha reintrodotto il suo programma Referral per il mercato americano. Prevede 1.000 dollari di sconto per chi acquista una Tesla e 500 dollari di vantaggi per chi porta quel cliente in una concessionaria. Il motivo è semplice: bisogna alzare i volumi e vendere di più in un periodo in cui la domanda di auto elettriche si sta affievolendo (non solo negli USA) e la concorrenza sta affilando le armi.

Fino a qualche tempo fa, l’iniziativa aveva successo. Tanti automobilisti che volevano passare a una Tesla sfruttavano una conoscenza e si lanciavano nel mondo delle auto elettriche a condizioni vantaggiose. Oggi, però, le cose sembrano essere parecchio diverse.

Un programma poco interessante

A dimostrazione di quanto affermato basta vedere che tipo di accoglienza è stata riservata al lancio del nuovo programma Referral di Tesla negli Stati Uniti. I commenti scettici, o critici, si sprecano.

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Una delle critiche più diffuse riguarda il fatto che gli ultimi due programmi Referral lanciati, la Casa non offriva grandi vantaggi. C’è chi si è trovato con tante miglia gratuite ai Supercharger che però non è riuscito a utilizzare prima che scadessero e chi, invece, ha accumulato tanti “punti Tesla” ma non li ha potuti spendere per qualcosa che fosse di vero interesse. C’è dell’altro.

La concorrenza inizia a farsi valere

La maggior parte degli americani interessati a un’auto elettrica ha avuto modo negli ultimi tempi di provare altre vetture oltre alle Tesla. Magari più recenti per quanto riguarda il progetto. Quelle persone affermano di non sentirsela di consigliare a un amico o un collega l’acquisto di una Model S/X o una Model 3/Y.

In rete i commenti sono di questo tenore: “Sono un felice possessore di una Model X, ma in questo momento consiglierei più una Rivian o una Lucid”. O ancora, “Acquistare una Model Y come auto per la famiglia è stata una decisione giusta, ma ora come ora non la rifarei”.

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Ultimo ma non ultimo: “Possiedo due Tesla, una Model X del 2016 e una Model 3 del 2018. Sono entrambe buone auto che mi hanno dato pochi problemi. Al giorno d’oggi, però, sarei in difficoltà a consigliare una Tesla senza riserve. Lo sarei per via della concorrenza. Questo non significa che non ci siano buoni motivi per comprarne una, perché sono buone auto vendute a prezzi interessanti”.

C’è poi il problema Elon Musk

La riapertura del programma Referral di Tesla rappresenta un’occasione per capire anche il sentimento degli automobilisti americani verso Elon Musk e, lo diciamo subito, non tira una bella aria. “Penso che molta parte dell’enorme vantaggio che Tesla aveva sugli altri sia stata sprecata per colpa di Elon”, si legge sempre in rete. Ancora: “Licenziare Musk sarebbe meno costoso e consentirebbe di aumentare le vendite: devono prendere in considerazione la possibilità di farlo il prima possibile”.

Elon Musk ad Atreju 2023

Elon Musk ad Atreju 2023

Al massimo, c’è chi riconosce al ceo di Tesla anche dei meriti, per quanto il giudizio complessivo resti in linea con quanto si legge altrove: “Credo fermamente che, senza Musk, Tesla non sarebbe dove si trova oggi. Sfortunatamente, Elon non ha più idee e va avanti solo a false promesse e bugie: è ora che le strade si dividano”.

Ma cos’è cambiato? Premesso che oltre ai tanti che lo criticano ci sono ancora eserciti di persone che lo considerano una sorta di guru del terzo millennio, i motivi per cui Elon Musk è finito in cattiva luce sono diversi. Il fatto che abbia tante società (Neuralink, The Boring Company, SpaceX e X-Twitter) fa credere che possa dedicare sempre meno tempo a Tesla. Poi, le sue dichiarazioni sono spesso controverse e provocatorie, dal Covid ai rapporti con i sindacati e alla politica, ha sempre preso posizioni estremamente nette e, per forza di cose, divisive.

Tesla Roadster

La tanto annunciata e tanto rimandata Tesla Roadster

Ma a prescindere da questo, forse, sono i continui rimandi che indispettiscono. Quello sul Cybertruck, arrivato con anni di ritardo, o quelli sulla Roadster, che ancora non arriva, o sul Full Self Driving. Senza dimenticare il Robotaxi, che doveva essere svelato ad agosto e che è slittato a ottobre. Per ora.