C’è spionaggio industriale e spionaggio industriale. Tesla protegge le proprie competenze a suon di progetti segreti come quello sulle batterie, chiamato Roadrunner, o quello sulle nuove versioni di Model X e Model S, chiamato Palladium.

Ma ora la Casa di Palo Alto accusa la rivale Rivian di aver trovato un modo per entrare in possesso di informazioni confidenziali e segreti industriali attraverso l’assunzione di massa di ex dipendenti Tesla. E delle ultime ore è anche la notizia dell'assunzione di un ingegnere top di Palo Alto da parte di Rimac, con l'intento di "battere" la prossima Roadster.

178 dipendenti in 18 mesi

Stando a quanto riportato da Bloomberg, Tesla avrebbe denunciato Rivian per una condotta perpetrata nel tempo, che l’ha vista agire in questo modo a più riprese. Sono ben 178 i casi in cui lavoratori Tesla hanno lasciato la Casa per andare a lavorare dalla concorrenza. A ben vedere, quasi il 10% del totale di 2.400 assunzioni che Rivian ha effettuato negli ultimi 18 mesi.

Spesso, a dire il vero, la Casa di Plymouth (in Michigan) ha assunto figure superqualificate provenienti dall’industria automotive come da settori inerenti l’aeronautica o le nuove tecnologie.

Tanto che ha liquidato le accuse di Tesla come infondate. “Ammiriamo Tesla – ha detto un portavoce di Rivian – e la loro capacità di aver ridefinito il concetto stesso di auto elettrica, ma quando assumiamo personale, ci sinceriamo che non sfruttino proprietà intellettuali di altri per il lavoro che faranno da noi. È una cosa che non fa parte della nostra cultura e delle nostre politiche”.

Fotogallery: Rivian R1T 2019

I casi più particolari

Tesla, però, non ci sta. Nel rapporto in cui denuncia Rivian fa addirittura i nomi e i cognomi di 4 ex dipendenti che avrebbero sottratto informazioni riservate e le avrebbero portate in Rivian. Due di questi avrebbero addirittura ammesso di averlo fatto.

Si tratta di un senior manager alle risorse umane che si sarebbe addirittura portato via l’elenco dei dipendenti e le liste dei candidati ad una posizione in Tesla, e di un manager nella divisione salute e sicurezza, che si sarebbe mandato dei documenti aziendali alla propria mail personale tre giorni dopo aver firmato un accordo preliminare con Rivian.

Accumulare informazioni

Secondo quanto riportato da Tesla, Rivian avrebbe contattato con fini illeciti anche un'altra impiegata alle risorse umane che avrebbe portato via almeno 16 documenti altamente confidenziali in cui erano riportate informazioni sulle procedure di assunzione e, addirittura, sugli stipendi pagati in base al tipo di impiego.

Interessante il fatto che Tesla sia riuscita ad intercettare tutto questo flusso di informazioni grazie ad un team investigativo che ha utilizzato tecnologie di ultimissima generazione. Lo stesso team, però, in passato, era stato accusato di pirateria informatica e attività di spionaggio verso i dipendenti della Casa.

Non solo Rivian nel mirino di Tesla

La Casa di Elon Musk non è nuova a questo tipo di operazioni. In passato ha avviato azioni legali contro la startup Zoox, che si occupa di guida autonoma, per lo stesso motivo, uscendone vincitrice. E, sempre sul tema della guida autonoma, riuscì a dimostrare che un ex dipendente, passando dal proprio cloud personale, riuscì a far mettere a conoscenza la cinese XPeng - particolarmente invisa a Elon Musk - di alcuni segreti industriali.

Ora tocca a Rivian dimostrare di essere nel giusto e proseguire nel lancio dei propri veicoli elettrici. Certo, stavolta la forza dell’avversaria di Tesla intimorisce. Infatti, Rivian è la startup più ricca del mondo, con finanziamenti per oltre 5 miliardi di dollari ricevuti solo nell’ultimo anno e mezzo e la mastodontica commessa di Amazon che ha ordinato 100.000 furgoni per le consegne. Chi avrà la meglio?