Non si può parlare di scontro, ma di una legittima contrapposizione tra le parti. Da un lato c’è l’Unrae, che chiede un sostegno strutturale e di lunga durata a tutto il comparto automotive italiano per arrestare la crisi, dall’altro ci sono i deputati pentastellati Giuseppe Chiazzese e Luca Sut, che confermano la volontà di supportare il settore ma senza cedere ad un’incentivazione a pioggia e senza distinzioni.

“Spiace constatare che Unrae consideri elementi di rigidità le fasce di emissioni di CO2 su cui si basa la concessione degli incentivi per l’acquisto auto e moto – si legge in una nota dei due parlamentari – Per i modelli diesel e benzina con emissioni di CO2 tra 61 e 110 g/km sono stati stanziati 300 milioni di euro complessivi, utili ad affrontare le difficoltà scaturite dalla pandemia”.

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Quegli aiuti, però, secondo Chiazzese e Sut, non possono trasformarsi in un sostegno strutturale. Devono anzi accelerare il passaggio a un parco auto meno inquinante. E perché ciò avvenga devono favorire le vetture elettriche o ibride rispetto a quelle ad alimentazione tradizionale.

Quanto costa ricaricare un'auto elettrica

Per i due politici l'ecobonus ha funzionato: “l'utilità dell'ecobonus per l'automotive in tal senso è confermata dalle 6.724 autovetture alla spina immatricolate a ottobre 2020, il 4,71 per cento dell'immesso sul mercato, contro le 1.799 di ottobre 2019”.

  Italia Francia Germania

Immatricolazioni

BEV e PHEV di ottobre

6.724 17.851 41.349
Quota di mercato 4,71% 10,61% 15,6%

Il confronto con altri stati

Questo non significa che ci si debba accontentare. Anzi, sono gli stessi deputati a spiegare che la strada da percorrere è ancora lunga. Lo fanno citando i numeri del mercato di Francia e Germania, dove le elettriche e le ibride vendute ad ottobre sono state rispettivamente 17.851 e 41.349, con quote di mercato pari al 10,61% e al 15,6%.

“Che in Italia ci sia ancora molto da lavorare - ricordano infine Chiazzese e Sut - è dimostrato anche dalla procedura di infrazione a cui è stata sottoposta l’Italia a causa del superamento sistematico degli inquinanti nell’aria. Un motivo in più per credere che più che di incentivi “indifferenziati” nel nostro Paese ci sia bisogno di una strategia complessiva di riduzione dell’inquinamento”.