L'Italia non vuole restare indietro nella transizione energetica, anche nel fondamentale settore mobilità e trasporti. È stato questo il messaggio di fondo emerso dalla quarta Conferenza nazionale della Mobilità elettrica tenutasi nei giorni scorsi all’interno di e_mob 2020.
Negli ultimi due anni, si è sottolineato, Governo ed enti pubblici locali hanno messo in campo una serie di importanti iniziative a sostegno del trasporto a basso impatto ambientale, sia per quanto riguarda le persone che per quanto riguarda le merci. Ma sono necessari ulteriori sforzi in numerosi campi.
Tutte le aree di intervento
Al termine della conferenza è stata stilata una Carta che verrà inviata al Ministro Costa, come da lui richiesto durante la partecipazione a e_mob, al Ministro Patuanelli e ad altri esponenti del Governo per fare in modo che le proposte siano portate alla discussione in corso per la prossima Legge di Bilancio e magari inserite nella stessa. Si articola su 5 punti dove si ritiene ci si debba concentrare maggiormente.
- Ampliamento del parco circolante privato e commerciale
- Implementazione della rete di ricarica pubblica
- Implementazione rete di ricarica privata
- Riconversione energetica dei mezzi dedicati al trasporto pubblico
- Intensificazione dell’utilizzo di mezzi elettrici dove praticabile

Ecobonus e nuovo CdS
Al fine di agevolare una sempre maggiore diffusione dei veicoli elettrici nella Carta si chiede che l’ecobonus attualmente in vigore sia prorogato anche oltre il termine attuale del 31 dicembre 2021 e che sia mantenuto sugli stessi livelli attuali che andrebbero altrimenti in scadenza:
- 6.000 euro (10.000 in caso di rottamazione) per auto con emissioni di CO2 tra gli 0 e i 20 g/km, con limite di prezzo a 50.000 euro Iva esclusa
- 3.500 euro (6.500 in caso di rottamazione) per auto con emissioni di CO2 tra gli 21 e i 60 g/km, con limite di prezzo a 50.000 euro Iva esclusa
Si chiede inoltre che gli incentivi restino in vigore anche per ciclomotori, motocicli e quadricicli leggeri e che, per accelerare la transizione energetica, si faciliti l’acquisto di mezzi green anche per quanto riguarda car sharing, servizi di prossimità, servizi pubblici e flotte delle amministrazioni locali e delle aziende. È necessario anche modificare il Codice della Strada, introducendo sanzioni più severe per chi occuperà senza averne diritto stalli e parcheggi riservati alla ricarica delle auto elettriche.

Colonnine avanti tutta
Una delle aree chiave perché l’auto elettrica prenda definitivamente piede è quella dedicata all’infrastruttura. Un piano nazionale ci sarebbe, il PNIRE, con tutte le sue criticità, ma gli interventi richiesti sono numerosi e molto articolati. In generale, si chiede prima di tutto che si mettano in campo iniziative volte a favorire l’aumento delle colonnine presenti sul territorio nazionale. Questo lavorando su diversi fronti.
Concentrando contributi di installazione sulle sole colonnine a ricarica rapida, con potenze superiori ai 50 kW in corrente continua e limitando il sostegno a colonnine a bassa potenza (a 22 kW o inferiori e a corrente alternata) solo in alcuni casi specifici (aree di parcheggio d’interscambio gomma/ferro a luna sosta, zone a scarso interesse commerciale, sedi della pubblica amministrazione).
- Promuovendo l’installazione di colonnine nei condomini per almeno il 20% dei parcheggi disponibili.
- Imponendo ai Comuni di installare sistemi di ricarica in luoghi pubblici riservati ai disabili
- Liberalizzando il mercato e agevolando l’ingresso di soggetti privati nell’installazione e la gestione delle colonnine al posto degli enti pubblici.
- Riducendo i costi operativi dei veicoli elettrici per favorire l’installazione di punti di ricarica privati.
- Promuovendo il vehicle to grid e agevolando l’integrazione nella rete di energia proveniente da fonti rinnovabili.

Le misure per la ricarica facile
Altro nodo fondamentale per la diffusione dell’auto elettrica riguarda la facilità con cui si può accedere ai servizi di ricarica.
In questo senso si chiede ad esempio che tutte le colonnine presenti nei condomini siano aperte e accessibili a terzi e che si rendano tutte le infrastrutture pubbliche, per quanto gestite da soggetti diversi, compatibili e accessibili a chiunque secondo protocolli di comunicazione standardizzati.
Tutti in elettrico
La Carta di e-mob guarda alla situazione del trasporto pubblico locale e ad altri settori di mobilità urbana come i taxi o i corrieri. Per quanto riguarda il primo settore, la richiesta è che si considerino le imprese che gestiscono i mezzi pubblici cittadini alla stregua di quelle a forte consumo di energia e che possano quindi beneficiare delle agevolazioni previste dal cosiddetto “Decreto Energivori” per il rinnovamento del parco circolante con mezzi elettrici.

Stesse politiche di incentivazione devono essere previste poi per le flotte taxi, il car sharing, il noleggio e il car pooling. Inoltre, si dovrebbe prevedere un passaggio graduale alle zero emissioni anche per le consegne dell’ultimo miglio, rendendo tutto il settore esclusivamente elettrico entro il 2025 almeno nei centri cittadini e nelle Zone a Traffico Limitato.
Tra le misure richieste, infine, anche quelle inerenti un graduale passaggio a bicicletta a pedalata assistita e altre forme di mobilità dolce dove possibile, per decongestionare il traffico e limitare l'uso delle auto in condizioni in cui altri mezzi di trasporto risultino più idonei e anche più efficaci.