L’Europa punta alle emissioni zero, ma in questa fase di transizione non vuole porre limiti all’elettrificazione delle auto, anche se in forma leggera e accoppiata ad alimentazioni considerate già “alternative”.
Proprio ieri la Commissione Ue ha dato semaforo verde alla decisione di esecuzione che va di fatto a liberalizzare (e supportare) l’installazione da parte delle Case dei sistemi mild hybrid anche sulle vetture e i veicoli commerciali leggeri a metano, GPL e pure etanolo.
La richiesta delle Case
La decisione, pubblicata oggi, prende le mosse dalla richiesta in questo senso da parte di diversi costruttori, da Ford a Volkswagen, passando per Renault, Honda e per le diverse realtà del gruppo Stellantis.

Le istanze, in particolare, si dividevano in due filoni: uno relativo agli alternatori a 12 volt e uno ai generatori-starter a 48 volt associati a un convertitore CC/CC a 48 volt/12 volt. In sostanza, le due formule con cui sono stati sviluppati i sistemi mild hybrid, tant’è che anche a Bruxelles si è deciso di trattarli insieme.
L’effetto sulla CO2
Quanto stabilito potrà in un certo senso aiutare le Case auto a centrare i target comunitari sulle emissioni di CO2. Il testo, infatti, precisa che “con riferimento a entrambe le richieste”, i risparmi di CO2 “ottenuti grazie alle tecnologie innovative (in questo caso il mid hybrid, ndr) possono essere determinati anche quando queste sono installate in veicoli a GPL, GNC e E85”.
Con l’aggiunta di alcuni fattori specifici per il tipo di carburante utilizzato, indicati nell’allegato dello stesso atto, in fase di quantificazione delle emissioni si potranno utilizzare le stesse metodologie usate oggi per determinare i risparmi di CO2 sulle vetture mild hybrid benzina e diesel, considerate dalla Commissione “adatte a determinare i risparmi di CO2”.