L’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) ha pubblicato la sua analisi annuale del mercato delle auto elettriche a livello mondiale. E ha individuato una serie di interessanti trend. Prima di tutto, aggiornando i dati di crescita delle auto a batteria per area geografica, dal 2010, quando le EV rappresentavano una percentuale trascurabile delle vendite, a un 2020 in cui sono arrivare ad essere oltre 10 milioni.

Poi la Iea si è soffermata su come stanno cambiando gli equilibri tra USA, Cina e Ue, sulle politiche di sostegno alla transizione energetica, sul cambiamento della coscienza degli automobilisti, sugli effetti di nuovi modelli e sulle strategie delle Case nel medio e lungo periodo.

Europa batte Cina

Il 2020 è stato l’anno in cui le vendite di auto elettriche e plug-in nel Vecchio Continente sono state maggiori rispetto alla Cina, che tradizionalmente deteneva il primato. Merito soprattutto delle PHEV, che in Europa sono state particolarmente apprezzate, mentre nel campo delle elettriche pure è ancora il Dragone ad avere (seppur di poco) la leadership.  

Più indietro si piazzano gli Stati Uniti, terza grande piazza dell’elettrificazione, che quando i numeri erano più piccoli erano primi ma che dal 2015 in avanti sono cresciuti più lentamente (anche a causa di certe scelte dell’amministrazione Trump) e si sono fatti raggiungere e superare da Cina prima e da Europa dopo.

L'importanza degli incentivi

Proprio gli incentivi messi in campo da alcuni governi hanno sostenuto la crescita delle immatricolazioni di vetture elettriche. Lo hanno fatto anche nel primo trimestre del 2021, in Europa soprattutto, dove a marzo 2021 BEV e PHEV sono arrivate al 16% di quota.

La pandemia, in questo senso, ha contribuito alla crescita della market share: le vendite di auto a livello globale sono scese del 16%, quelle di elettriche sono cresciute del 41%. Guardando ai dati complessivi, nel primo trimestre del 2021 le auto a batteria vendute nel mondo sono state 1,1 milioni (+140%), crescendo con vigore nei tre mercati principali: Usa, Europa e Cina.

14 miliardi di dollari di aiuti

Ma per mantenere questo ritmo nella transizione energetica, secondo la Iea, i Governi devono intervenire in due modi: continuando con l’erogazione di contributi all’acquisto di vetture poco inquinanti e ponendo maggiori barriere verso le auto ad alimentazione tradizionale. Si tratta di misure necessarie in attesa che EV e ICE raggiungano una parità di prezzo almeno teorica (secondo alcune stime attesa entro il 2024).

In effetti, i vari Governi hanno speso 14 miliardi di dollari nel 2020 tra incentivi diretti alla vendita e riduzione delle tasse. Si è trattato di un incremento rispetto al 2019 del 25%. Ma se in Europa i fondi stanziati sono stati molti, in altre parti del mondo, complice la pandemia, si è assistito a qualche passo indietro. Si tratta di una mossa pericolosa, che potrebbe avere effetti negativi se non si intervenisse subito per favorire un nuovo cambio di direzione.

L’importanza di nuovi modelli

Uno dei fattori che ha determinato la diffusione delle auto elettriche riguarda il fatto che sul mercato se ne trovino sempre di più, Suv inclusi. Nel 2015 erano disponibili poco più di 50 modelli elettrici e avevano un’autonomia media di poco superiore a 250 km. Nel 2020 i modelli disponibili hanno sfiorato i 250, con autonomie medie di circa 400 km. E la stessa crescita (autonomia a parte) si è registrata sulle auto plug-in.

E siamo solo agli inizi, perché le Case stanno spingendo tutte verso l’elettrico e sono in procinto di presentare gamme sempre più articolate di vetture a batteria. La Iea ha stimato che il 90% dei grandi costruttori di automobili abbia già definito un piano in questo senso.