La mancanza di colonnine e i costi elevati delle auto a batteria continueranno a frenare l'elettrificazione in Italia ancora per qualche anno. A fotografare la situazione è stato direttamente, e senza troppi giri di parole, Roberto Cingolani.

Ospite ieri sera a Piazzapulita, il ministro per la Transizione ecologica ha fatto la sua previsione sul boom della e-mobility nello Stivale: date queste barriere, servirà “almeno un decennio” per vedere una “penetrazione dell’auto totalmente elettrica al 30% del mercato”.

Modello Norvegia

Infrastrutture e costi, si diceva. Per rendere l’idea delle difficoltà che questi due ostacoli comportano, Cingolani ha fatto un paragone con la Norvegia, “dove i redditi sono molto alti, ma c’è una grande penetrazione del mercato elettrico, peraltro con una popolazione bassa”.

Le differenze con l’Italia sono evidenti: “Da noi i redditi sono più bassi” e al tempo stesso “la popolazione è densa, il territorio è fatto in un certo modo ed è più difficile infrastrutturare”.

Colonnine ricarica auto elettrica

Guardare anche al prima

Se, come è ovvio, Cingolani è “favorevole all’abbattimento delle emissioni del trasporto privato”, rimane però cauto su alcuni aspetti tecnici della eMobility: “Il concetto di auto elettrica – ha detto – va studiato e spiegato in maniera accurata“.

“Se io esco dal concessionario e guido per 100 mila chilometri, ho prodotto pochissima CO2”. Aspetto senz’altro positivo, ma che per il ministro deve fare i conti anche con quello che è successo prima della consegna: “Se considero anche l’anidride carbonica che ho dovuto consumare per estratte il litio, fare le batterie e cambiare il processo di manifattura, l’auto elettrica si è dimostrata un po’ meno verde di quanto si possa pensare”.

Il tema è quello del life cycle assessment, su cui però sono giunte da diversi studi importanti rassicurazioni sul concreto potenziale ecologico delle auto elettriche.

L'infrastruttura intelligente

Quale dev’essere quindi il primo mattone per un’elettrificazione totale?: “Bisogna fare un’infrastruttura estremamente complessa, che deve funzionare prevalentemente con energia rinnovabile, ricordando che questa non è continua per 24 ore al giorno. Quindi la rete deve essere intelligente, capace di gestire i flussi di corrente, che si accendono e si spengono in base alle situazioni”. In una parola, “smart”.

I fondi per realizzarla sono in arrivo. Ieri, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha ricordato al Leaders Summit on Climate che circa 70 miliardi di euro saranno investiti nella transizione ecologica. Ma, a quanto pare, il fattore tempo sarà ancora determinante, mentre i cittadini chiedono di fare presto e la politica si preoccupa per i ritardi