In Italia, le auto elettrificate viaggiano a due velocità. I dati sulle vendite di aprile dimostrano ancora una volta infatti che il divario tra il Nord e il Sud della Penisola è sempre molto ampio: circa il 64% delle nuove immatricolazioni a batteria è avvenuto nella parte settentrionale dello Stivale, contro il 29% del Centro e il solo 7% complessivo tra le Isole e il Meridione.
La causa? Oltre al numero di abitanti e a una diversa distribuzione della ricchezza, a pesare c’è anche e soprattutto la diffusione delle infrastrutture di ricarica, che aumentano risalendo poco a poco lungo il Belpaese.
Un po' di numeri
I numeri forniti da Motus-E dicono che, sulle più di 11.500 vendite di full electric e plug-in del mese scorso, ben 7.289 sono avvenute nel Nord (63% del totale). Ancora più nel dettaglio, sono state 3.881 le nuove immatricolazioni nella parte Est del Settentrione, con un sorpasso sulla zona Ovest (3.408). Al Centro sono 3.300 le elettrificate scese in strada ad aprile, ma il vero campanello d’allarme è rappresentato dai soli 915 nuovi automobilisti green nel Sud e nelle Isole.

A livello locale, il primato tra le Regioni va alla Toscana (2.282). Segue il Trentino-Alto Adige (2.268) e chiude il podio la Lombardia (1.605). Fanalino di coda è il Molise (12).
Capitolo infrastrutture
E le colonnine? Anche qui, il solco è ampio. Dei 20.757 punti di ricarica diffusi in Italia, più della metà (11.796) si trovano nel Settentrione; nel Centro sono 4.826, nel Mezzogiorno 2.624 e 1.511 quelli in Sicilia e Sardegna, dove però ne arriveranno altri 1.148.
Anche in questo caso, la classifica tra le Regioni parla di un’Italia spaccata a metà, col Nord a trainare il Paese: la Lombardia domina la graduatoria (3.555); al secondo posto troviamo il Piemonte (2.216) e al terzo l’Emilia-Romagna (2.013), che va leggermente meglio del Lazio (2.005). Ultima, di nuovo, il Molise (116).
La soluzione alla differenze regionali potrebbe essere rappresentata dal Pnrr, con cui il Governo investirà sulle infrastrutture di ricarica e promette di ridurre la forbice tra Nord e Sud. Ma nonostante il miglioramento rispetto alla prima stesura del testo, sono stati in molti a chiedere un intervento ben più risoluto all'Esecutivo per la mobilità elettrica.