“Siamo destinati a ripetere gli errori del passato?”. Ha preso le mosse da questo interrogativo la puntata di “Presa diretta” dal titolo “La rivoluzione elettrica” che, soprattutto nella prima parte della trasmissione, ha puntato la lente su una serie di importanti questioni ambientali ed etiche legate alla transizione energetica.

Temi su cui è indispensabile fare luce per correggere il prima possibile le storture di un processo così imponente, senza dimenticare l'impegno di tutti coloro che lavorano per trovare soluzioni a questi problemi, per garantire una sostenibilità a 360 gradi del processo di decarbonizzazione dell’economia.

Un processo complesso

Mettere il pianeta sui giusti binari della transizione è solo l'avvio di un processo straordinariamente complicato. E, in questo senso, prendere atto dei problemi, riconoscerli e spingere per risolverli è il primo passo che va compiuto. Il passaggio da un mondo basato sulle fonti fossili a uno fondato sulle energie rinnovabili passa inevitabilmente attraverso una serie di problematiche che bisogna superare, perché l’obiettivo di fondo da centrare è assolutamente fondamentale.

Fonti rinnovabili: eolico e solare

Auto elettriche, pale eoliche e pannelli fotovoltaici sono una conquista relativamente recente se li paragoniamo all’industria petrolifera e ai motori a scoppio. È inevitabile quindi che lo sviluppo tecnologico e di processo abbia bisogno ancora di tempo.

Solo continuando a puntare e a investire su queste tecnologie green si potranno superare le criticità, a cominciare da quelle etiche e ambientali, che devono avere la priorità su qualunque cosa. Non possiamo tralasciare, però, che il tipo di economia da superare è quella che ha ridotto il pianeta nelle condizioni in cui si trova oggi. E non si può dire certo che lo abbia fatto “in guanti bianchi”, avendo causato guerre e devastazioni.

Rinnovabili unica via

Da qualche parte bisogna cominciare per ridurre le emissioni di gas serra e allontanare i rischi del cambiamento climatico già in atto, su cui l’Ipcc ha lanciato un fortissimo allarme, chiedendo a tutti di fare presto. Puntare sulle fonti di energia rinnovabile e abbandonare gradualmente i combustibili fossili rimane, ad oggi, l’unica strada maestra da seguire.

Oltretutto, quello delle materie prime critiche è un tema da non circoscrivere alle sole auto elettriche. Gli stessi minerali usati in questi veicoli vengono utilizzati in tantissimi dispositivi elettronici, a cominciare dai nostri smartphone. Il mantra rimane: continuare a fare ricerca e sviluppo in tutti i campi, puntando innanzitutto su riuso e riciclo.

Volkswagen: il progetto pilota per il riciclo delle batterie

Riciclo e altri elementi

Dal primo punto di vista, i risultati si vedono già, con molte Case che stanno registrando numeri importanti: basti pensare a colossi come Volkswagen e Tesla, che mirano a riciclare il 90% e oltre dei materiali utilizzati per le batterie. L’auto elettrica, in questo senso, può diventare uno dei più virtuosi casi di economia circolare, vero modello a cui bisogna puntare per smettere di distruggere la Terra.

Nel frattempo, sono sempre di più i progetti sugli accumulatori che cercano di superare materie prime critiche come il litio e il cobalto, di cui si fa già a meno in batterie come quelle usate, ad esempio, sulle Tesla Model 3 prodotte in Cina.

L’etica prima di tutto

Particolare attenzione meritano poi le questioni etiche – di certo legate non solo a mobilità elettrica e rinnovabili – sulle quali bisogna insistere per velocizzare l’adozione di soluzioni a cui si sta già lavorando. In Congo, per esempio, è nata la Entreprise generale du cobalt (Egc), una società statale con il monopolio sulle estrazioni artigianali del cobalto, che limita le attività a siti approvati e monitorati, con l’obiettivo di regolarizzare la condizione dei lavoratori e cancellare lo sfruttamento dei minori. Contemporaneamente, si lavora sull’aspetto determinante della tracciabilità, seguendo i progetti basati sulla blockchain.

Oil pumps and rigs at large oilfield

Spostandoci in Cile, dove le estrazioni di litio richiedono grandi quantità di acqua, il Governo ha lanciato un programma che mira a ridurne sensibilmente l’uso. C’è ancora tantissimo da fare e il puntuale approfondimento di Presa Diretta, che andrebbe visto fino alla fine per un quadro completo della situazione, lo ha giustamente ricordato a tutti. Chi non lo avesse visto, può recuperare qui l'intera puntata.

L’importante è partire da qui per pretendere a tutti i livelli una transizione ecologica giusta e davvero sostenibile, possibile solo con l’impegno di tutti. Solo così non si commetteranno gli errori del passato. Perché l’alternativa è rimanere intrappolati in un mondo che è difficile considerare migliore di quello a cui è lecito ambire.

Le considerazioni di Motus-E

Sul tema è intervenuto oggi anche il segretario generale di Motus-E, Francesco Naso, con una nota pubblicata sul sito dell'associazione in cui evidenzia cosa può fare l'industria mineraria, i progressi già compiuti dall'industria dell'auto e le sfide che ha davanti l'Europa per affermarsi nel campo delle batterie "green".