Diverse novità in arrivo per chi guida un’auto elettrica. Sono contenute nella bozza del disegno di legge Concorrenza e, soprattutto, nello schema di decreto legislativo che dovrà recepire in Italia la direttiva Red II sulla promozione delle energie rinnovabili.
Dal numero di colonnine da installare alle tariffe per la ricarica pubblica, fino a una sorta di “fate presto” rivolto ai concessionari autostradali per installare le infrastrutture lungo le tratte di loro competenza. Vediamo con ordine.
Giù i costi di ricarica
Prima di tutto, con lo schema di D.Lgs, il Governo chiede nuovamente all'Autorità per l'energia di definire le “misure tariffarie applicabili” alle colonnine pubbliche. In pratica, di abbassare i costi, visto che tra le righe si parla poi di possibili “interventi che comportano uno sconto”, con l’obbligo per gli operatori di “trasferire il beneficio” agli automobilisti. A confermare la volontà di ridurre le tariffe, c’è l’obiettivo dichiarato “di favorire la diffusione di veicoli alimentati ad energia elettrica”.
Si tratta, in realtà, di una vecchia conoscenza: una misura simile era stata proposta già l’anno scorso, ma senza successo, perché all’epoca si chiese all’Autorità per l’Energia (Arera) di parificare i costi della ricarica pubblica con quelli a casa (pari a circa la metà), trovando uno stop della stessa Authority. Ora l'esecutivo ci sta riprovando, usando un testo più morbido e che parla genericamente di rivedere le tariffe.
Le prime indiscrezioni sulla mossa del Governo erano uscite già a fine agosto, ma avevano incontrato un nuovo “no” dell’Arera a inizio ottobre. A quanto pare, però, la situazione è di nuovo aperta.
Una colonnina ogni sei EV
Confermata anche un’altra news emersa dal testo e che riguarda il numero delle colonnine in città. Mentre il decreto Semplificazioni del 2020 chiedeva “almeno un punto di ricarica ogni 1.000 abitanti”, adesso si chiede ai Comuni di installarne uno “ogni sei veicoli elettrici immatricolati”.
Ecco il Pun, ma il Pnire?
Ancora, nel provvedimento si può trovare un piccolo aggiornamento sulla Piattaforma unica nazionale delle colonnine (Pun), promessa per fine settembre insieme al Pnire dal ministro Roberto Cingolani, ma di cui si erano perse le tracce. Stando al testo, il ministro della Transizione ecologica dovrà “dare piena operatività” al sistema “entro novanta giorni" dalla data in cui entrerà in vigore il decreto.
Ora le colonnine in autostrada
Passando al Ddl Concorrenza, l'esecutivo fa una piccola aggiunta alla legge di Bilancio 2021, che aveva previsto l’obbligo di installare le colonnine per la ricarica fast lungo le autostrade. La norma prevedeva anche che, in caso di ritardi, i concessionari avrebbero dovuto consentire ad altri operatori di prendere il loro posto. Ma nulla di tutto ciò si è poi verificato.
Ora il Governo specifica che la selezione delle società sostitute andrà fatta “mediante procedure competitive, trasparenti e non discriminatorie”. Una precisazione che ha il retrogusto del pungolo per i concessionari autostradali, chiamati a sciogliere uno dei principali ostacoli allo sviluppo della mobilità elettrica.