Nel 2022 Siemens avvierà in Germania la sperimentazione su treni a idrogeno con autonomie fino a 1.000 km. Secondo l’azienda di Monaco, infatti, questa potrebbe essere la soluzione migliore per coprire a emissioni zero le tratte ferroviarie non elettrificate dove ora operano convogli a gasolio. I treni Siemens utilizzano un powertrain fuel cell che sfrutta l’idrogeno per ricaricare una batteria presente a bordo, che a sua volta cede energia ai motori elettrici per far materialmente girare le ruote.
Questa soluzione innalza enormemente l’autonomia rispetto a treni elettrici tradizionali, che al giorno d’oggi non riescono a percorrere più di 100 km senza necessità di fermarsi a ricaricare. Quelli Siemens sono in grado di raggiungere 160 km/h.
Costi diretti e costi indiretti
Michael Peter, a capo di Siemens Mobility, parla così del nuovo progetto: “Abbiamo gli strumenti per ridurre a zero le emissioni di CO2 relative ai trasporti. Dobbiamo capire che non si può guardare alla faccenda tenendo conto solo dei costi di esercizio. Per valutare correttamente una tecnologia la si deve guardare nel suo insieme, calcolando anche i benefici che porta. Parliamo anche dei costi giganteschi che ha immettere CO2 in atmosfera, ad esempio”.
“Le caratteristiche del trasporto ferroviario, poi, ben si sposano con quelle dell’idrogeno. A differenza dei camion, non necessita di una rete di distribuzione capillare. Il rifornimento avviene direttamente in stazione, con una riduzione consistente dei costi per l’infrastruttura”, ha spiegato ancora Peter in un’intervista a Reuters.
La situazione in Ue e Usa
“In Europa l’80% dei treni viaggia su linee elettrificate, che sono green al 100%, mentre il restante 20% è alimentato a gasolio. – ha aggiunto Peter – Ci sono 20.000 convogli che possono essere convertiti a idrogeno nei prossimi 15 anni”.
Negli Stati Uniti, invece, circa il 40% delle tratte ferroviarie non è dotata di cavi elettrici. Anche al di là dell’Atlantico ci sarà quindi terreno fertile per i treni a idrogeno, che possono percorrere circa 400.000 km l’anno e che hanno una vita utile di 40 anni, prima di essere dismessi e riciclati.
Anche l'Italia è attiva sul tema e ha avviato una serie di progetti pilota. Addirittura, nel nostro Paese, sta nascendo quella che viene chiamata Hydrogen Valley, che affronta il tema sotto tanti punti di vista, da quello dei treni a quello della produzione e della distribuzione dell'idrogeno.