È un momento caldo, caldissimo per porre le basi del futuro dei trasporti nelle città. Da un lato ci sono i fondi del Pnrr, assenti per le auto ma non per infrastrutture e trasporto pubblico locale, dall’altro un caro carburanti che indurrà molte amministrazioni a ripensare le proprie strategie.

Un combinato disposto perfetto per scuotere un settore che ha da tempo bisogno di un cambio di marcia. Marce che non hanno invece gli autobus elettrici, destinati evidentemente a diventare i protagonisti di questa rivoluzione urbana. Ma saranno a batteria o a idrogeno? Toyota, nel suo peculiare approccio multi-tecnologico alla transizione, vuole puntare su questi ultimi, visti anche come veicolo (stavolta non in senso stretto) per portare l’idrogeno nelle città.

Catalizzatore per le infrastrutture

Il tema è stato al centro della tappa a Terni del roadshow italiano dell’H2.City Gold, l’autobus a idrogeno sviluppato da CaetanoBus in partnership proprio con Toyota. Il tutto nell’ambito dell’evento “La mobilità a idrogeno: una realtà”, ospitato non a caso dalla città umbra, impegnata da tempo nel progetto Hydra per lo sviluppo di questo vettore energetico. Anche per il trasporto pubblico. Ed è su questo punto che si sta sviluppando la cooperazione tra il Comune con il colosso giapponese. Una collaborazione che sembra poter aprire la strada a progetti simili anche in altre municipalità.

Il bus a idrogeno H2. City Gold di Toyota e Caetano presentato a Terni
Il convegno a Terni

“È un momento veramente molto interessante e ricco di prospettive per lo sviluppo della mobilità a idrogeno”, osserva Andrea Saccone, general manager comunicazione e affari istituzionali di Toyota Motor Italia, “soprattutto in ragione di progettualità che vanno via via a svilupparsi grazie agli autobus”. Proprio i bus avranno infatti per il manager “un ruolo molto importante per le città, in primis per il contributo all’ambiente, ma anche perché possono essere dei catalizzatori per l’infrastruttura di rifornimento, utilizzabile anche per altri tipi di mezzi a idrogeno, come Tir, taxi o automobili private”.

In questo senso, aggiunge Saccone, “sarà necessario che i bandi prevedano stazioni di rifornimento accessibili a tutti i tipi di veicoli”. E le città che si stanno muovendo verso l’H2 sono in aumento: “Ci sono tante progettualità in fase di sviluppo, soprattutto in ragione degli strumenti che sono stati messi a disposizione, a partire dal Pnrr”. Accanto al ricambio green dei bus, questa strategia inizierebbe quindi colmare il vuoto infrastrutturale di una tecnologia, quella dell’idrogeno, che - come sottolinea Sacconi - Toyota considera “pienamente complementare all’elettrico a batteria”.

Terni capofila

Ma torniamo a Terni, che in questo fermento vuole diventare un punto di riferimento. “Se quella dell'idrogeno è l'ultima frontiera dell'innovazione per lo sviluppo dell'energia del futuro, Terni vuole e può essere città frontiera”, spiega il sindaco Leonardo Latini, “una nuova economia basata sull'idrogeno per la nostra comunità può voler dire sostanzialmente lavorare verso due obiettivi, la tutela ambientale e la creazione di nuove filiere produttive e quindi di posti di lavoro.”

Il bus a idrogeno H2. City Gold di Toyota e Caetano presentato a Terni

“Abbiamo ottenuto complessivamente finanziamenti per oltre 25 milioni di euro, che di qui al 2030 ci permetteranno di rinnovare completamente la flotta dei bus di trasporto pubblico locale con mezzi a idrogeno”, conclude il vice sindaco e assessore all’Ambiente, Benedetta Salvati, che ricorda anche il progetto per il treno a idrogeno sulla linea Terni-Rieti-L'Aquila Sulmona e le possibilità schiuse dall’arrivo a Terni del Gruppo Arvedi: “Si potrà sviluppare un importante progetto di utilizzo dell'idrogeno che ci vedrà impegnati come ente locale per garantire le migliori condizioni di fattibilità, insieme alla Regione Umbria”.

Fotogallery: Foto – Il bus Toyota-Caetano presentato a Terni