Brutta tegola per Rivian, o meglio, per i suoi clienti. La Casa, infatti, sotto pressione a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime, ha dichiarato di essere costretta ad aumentare i prezzi delle proprie auto. Fin qui, niente di nuovo (in questo periodo lo stanno facendo in molti) se non fosse che l’aumento, nel caso del marchio di Newark, è pari al 20%.
I clienti non l’hanno presa benissimo e anche Elon Musk, che come è noto non è nuovo a commenti caustici su Rivian come su altre startup americane che si stanno lanciando nel campo della mobilità a zero emissioni, si è lasciato andare a considerazioni poco lusinghiere.
La parola all’accusa
Partiamo proprio dalle parole del ceo di Tesla, che su Twitter ha scritto: “Il margine operativo lordo di Rivian sarà sbalorditivo”. Non contento, ha aggiunto: “È quasi impossibile per le altre Case realizzare pick-up elettrici a prezzi competitivi".
"La nostra sfida principale - ha scritto Elon Musk - è quella di realizzare auto economicamente accessibili. Creare un pick-up costoso è relativamente facile. Crearne uno competitivo anche nel prezzo è complicatissimo e se è difficile per Tesla, che può contare su maggiori economie di scala e su tecnologie migliori, allora è quasi impossibile per gli altri”.
Clienti interdetti
La cosa che ha lasciato sconcertati i clienti, invece, riguarda il fatto che gli aumenti (17% sul pick-up R1T, 20% sul SUV R1S) hanno interessato anche coloro che avevano già lasciato l’anticipo in occasione del preordine. In molti si sono tirati indietro. “È un giorno triste per me – ha detto tal Zach Jump-Start Marino su Facebook –. Ho annullato l’ordine".
"L’aumento del prezzo - ha continuato - è stato astronomico e non credo sia corretto applicarlo anche ai titolari dei preordini e ai sostenitori della prima ora. Mi ritrovo a dover pagare più di 94.000 dollari per un pick-up di medie dimensioni. Potrei comprarmi un Ford F-150 a benzina risparmiando una bella somma di denaro”.
Scaringe fa dietro front
Zach ha detto alla Reuters, che lo ha raggiunto dopo le sue esternazioni sui social, che il prezzo dell’R1T che aveva ordinato è lievitato di 15.000 dollari. E non è stato il solo a lamentarsi.
Di fronte ad aumenti di questa portata era prevedibile che molti clienti che avevano depositato una caparra hanno deciso di ritirare l'offerta e di non acquistare più il loro esemplare di R1T o R1S.
Per arrestare l'emorragia RJ Scaringe in persona, fondatore e ceo della Casa, è intervenuto scrivendo una mail ai suoi sostenitori per scusarsi e per confermare che per gli ordini piazzati prima del primo marzo i prezzi di listino rimarranno invariati.
Anche Tesla ha ritoccato i listini
Quello di Rivian non è un caso isolato. Anche le altre Case automobilistiche americane hanno alzato i prezzi, e lo stesso ha fatto Tesla. La manovra è stata necessaria per compensare l’aumento dei costi della logistica e della catena di approvvigionamento. Oltre a questo, le concessionarie alzano ulteriormente i prezzi vista la scarsità di auto disponibili. Jiten Behl, top manager di Rivian, ha avuto lo scomodo compito di spiegare i motivi dietro alla scelta.
“Come la maggior parte degli altri costruttori – ha detto – Rivian deve far fronte a pressioni inflazionistiche, a costi crescenti per i componenti e a carenze nella catena di valore, chip compresi, senza precedenti”.
Arrivano nuove versioni base
Per contrastare questi aumenti, Rivian ha fatto sapere anche che ha introdotto sul mercato versioni con pacco batteria ridotto che permettano di mantenere invariata la soglia d’accesso dei modelli, che al momento è passata da 67.500 a 79.500 dollari sulla R1T e da 70.000 a 85.000 dollari sulla R1S.
Intanto, come se i problemi non fossero già abbastanza, l’ex direttrice delle vendite della Casa Laura Schwab ha fatto causa a Rivian per presunte discriminazioni e ritorsioni. In tribunale ha dichiarato che trova poco corretto aver aumentato i prezzi dopo l’IPO, oltretutto che già da tempo si sapeva che la Casa, con i listini pubblicati inizialmente, era in perdita su ogni singola vendita.