Motus-E non ci sta e si rivolge direttamente all’Autorità di regolazione dei Trasporti (ART), che continua a rinviare la stretta definitiva per le colonnine di ricarica in autostrada. A finire nel mirino dell'associazione la decisione, di cui abbiamo scritto nei giorni scorsi, di prorogare al 28 ottobre la fine del procedimento per definire le “regole del gioco” che i concessionari dovranno seguire quando scriveranno i bandi a cui parteciperanno anche i player della ricarica.

La procedura si sarebbe dovuta concludere addirittura lo scorso 28 febbraio, ma la chiusura era stata già posticipata una prima volta al 31 maggio e, nei giorni scorsi, è slittata ancora, stavolta all’autunno prossimo. Di questo passo, spiega Motus-E, il prezzo da pagare sarà molto alto.

Ci perdono tutti

“Sono anni – scrive Motus-E – che gli operatori attendono di poter installare punti di ricarica ad alta potenza in autostrada, con proprie risorse, e nulla accade, mentre negli altri Paesi europei l’infrastrutturazione procede spedita e si svolgono bandi di gara periodicamente”.

UK motorway highway night view

L’ultimo rinvio dell’Authority, continua l’associazione, “rappresenta l’ennesimo freno all’infrastrutturazione del Paese”. L’Italia “risulta così essere sempre più isolata e penalizzata rispetto alle Nazioni confinanti”. E ancora, insiste Motus-E:

“Il continuo prolungarsi di questo iter rende il nostro Paese sempre meno attrattivo per investitori nazionali ed esteri, che aspettano di realizzare investimenti per decine di milioni di euro sulle autostrade, e lo condanna a una arretratezza infrastrutturale inaccettabile per un Paese a vocazione turistica come il nostro”.

Percorso a parte

Da qui, l’appello finale: “Si richiede, in via prioritaria, di poter scorporare almeno le subconcessioni per le infrastrutture di ricarica dalle altre e di approvare gli schemi di bando il prima possibile”. Così, secondo l'associazione, le colonnine potrebbero finalmente decollare, senza rimanere invischiate insieme agli altri servizi in subconcessione: distribuzione carburanti e ristoro.

Anche perché c’è un altro rischio da non dimenticare: che, arrivati all’appuntamento, le lungaggini non finiscano. È dal 2016, quando è stata recepita la direttiva Dafi sulle infrastrutture per i carburanti alternativi, che gli automobilisti aspettano per la ricarica in autostrada su vasta scala. Qualcosa si era provato a fare anche con la legge di Bilancio 2021, ma senza successo. Adesso deve esserci una svolta.