Il momento dell’addio alla BMW i3 è arrivato. Annunciato con largo anticipo, poi posticipato, poi addirittura parzialmente ritrattato, ora definitivamente confermato. La berlina elettrica della Casa bavarese, dopo quasi 10 anni di onorata carriera, esce di scena. A luglio: stop alle linee della fabbrica di Lipsia.

E non avrà eredi dirette, perché in questi anni la strategia elettrica di Monaco è profondamente cambiata, con una gamma a zero emissioni fatta di modelli meno di rottura e più vicini alle auto termiche e ibride a listino.

Esperimento riuscito

Quando arrivò, la BMW i3, era poco più di un esotico esperimento. Nel 2013, anno in cui esordì sul mercato, la mobilità elettrica era davvero di nicchia e BMW volle esplorarne le opportunità con due modelli (i3 e i8) innovativi sotto ogni punto di vista, quello meccanico e propulsivo come quello stilistico.

BMW i3 2018

Fu una delle primissime elettriche a essere progettata da zero proprio tenendo conto delle necessità delle auto a zero emissioni. Aveva telaio in alluminio, usava la fibra di carbonio per molti componenti e speciali materiali termoplastici per la carrozzeria, era leggera e tecnologica, ma anche complessa (con conseguenze negative in caso di guasto).

La BMW i3 ci ha messo un po’ a farsi apprezzare, ma a distanza di dieci anni può affermare di aver avuto successo. Circa 250.000 esemplari venduti in 74 Paesi nel mondo e una reputazione invidiabile tra i tanti estimatori che ne sono rimasti convinti per la qualità, la praticità e le prestazioni. Anni addietro, quando la Nissan Leaf era l’elettrica più venduta, la i3 era seconda.

Un powertrain che ha fatto scuola

Dal punto di vista meccanico introdusse per prima quell'e-Drive che attualmente è giunta alla quinta generazione e che spinge buona parte delle elettriche e delle ibride del gruppo.

Prototype production of future fifth-generation BMW Group e-drive train: electric motor, transmission and power electronics are combined in a separate, compact e-drive component.

E non era ecosostenibile solo dal punto di vista della propulsione. La i3 è stata la prima BMW certificata ISO per il basso impatto ambientale dell'intero ciclo produttivo. Gli interni utilizzavano ad esempio il 25% di materiali riciclati.

Una vita in crescendo

All’inizio fu una bella incompresa. Troppo strana dal punto di vista stilistico; troppo costosa rispetto ad altri modelli con motore endotermico che offrivano qualità e caratteristiche equivalenti e che non erano certo demonizzati come accade oggi. Anzi, lo standard Euro VI doveva ancora arrivare ed era visto come una garanzia di efficienza e di ecosostenibilità.

Ebbe un merito enorme: nei primi anni l'80% degli acquirenti non era un cliente BMW. Insomma, nel suo piccolo fu anche un modello di conquista.

BMW i3 2018

BMW reagì alla tiepida accoglienza del debutto proseguendo dritta per la propria strada. La i3 fu costantemente aggiornata: batteria più grande (si partiva da 22 kWh, si è arrivati a 42,2 kWh), versioni sportive, variante con range extender. L’auto cresceva e il mondo cambiava, non potevano esserci condizioni migliori per aumentare i volumi di vendita. Ma ora basta.

A Monaco ci sono altri piani per la mobilità a zero emissioni. Sulle sue linee nascerà la MINI Countryman a batteria e chi vorrà una sorta di sostituta potrà puntare sulla BMW iX1, che però è mezzo metro più lunga (4,50 contro 4,01 metri). La vera domanda, però, resta: riusciranno a fare un altro modello in grado di lasciare un segno altrettanto indelebile nella storia delle auto elettriche?

Ecco un video che ne illustra le caratteristiche tecniche

Fotogallery: La produzione della BMW i3 a Leipzig