In principio fu Tesla, sia a credere nell’auto elettrica, sia a tagliare i prezzi. Poi arrivò il turno di Xpeng, Seres, Ford, Toyota e Lucid, pronte a rispondere ai rivali con sforbiciate ai loro listini. E altri, adesso, potrebbero seguire l’esempio. La domanda perciò è: la guerra dei prezzi continuerà?

L’interrogativo se lo pongono anche gli esperti della Reuters, che provano a rispondere con un’analisi sul futuro del mercato EV nel mondo. Cosa sta succedendo dopo la mossa di Elon Musk e soci? Molti competitor non stanno a guardare, ma i margini di manovra sembrano più ridotti.

I segreti di Elon Musk

A dirlo sono alcuni numeri scovati dall’agenzia di stampa britannica. Uno su tutti aiuta a fare subito chiarezza: 15.653. Tanti sono i dollari che Tesla guadagna per ogni auto elettrica venduta, al netto di tutti i costi di produzione. Nessun altro Costruttore può vantare una cifra simile.

I dati della Reuters sui guadagni lordi dei Costruttori

Ecco perché la Casa americana si è potuta permettere un piano del genere. Ma da dove arriva tutto questo vantaggio? Dalle strategie della Casa, che permettono di abbattere i costi di produzione. E uno dei trucchi lo conosciamo bene, visto che è tutto “made in Italy”.

Parliamo delle Giga press, le macchine a pressofusione della bresciana Idra che “stampano” le scocche delle auto elettriche. Il merito va però condiviso con l’integrazione verticale tanto amata da Elon Musk, che permette di portare in azienda la produzione di batterie e la catena delle forniture, migliorando le economie di scala.

Rincorsa difficile

Come stanno reagendo i competitor? Xpeng e Seres procedono per la stessa via, anche se le cifre pubblicate dalla Reuters dimostrano che non sembra esserci partita con gli sconti di Tesla, mentre Ford ha già compiuto la contromossa in America con la Mustang Mach-EVinfast rivede i listini della V8, Toyota del bZ4X (in Cina, proprio dove Tesla rialza il prezzo della Model Y) e Lucid delle Air Touring e Grand Touring.

I dati della Reuters sui guadagni netti dei Costruttori

C’è poi il caso di BYD, che rimane alla finestra, in attesa di capire cosa fare delle sue auto elettriche. Le possibilità economiche non mancano, ma la distanza da Musk e soci rimane tanta. General Motors non ha invece molte chance. AudiVolkswagen e Volvo (anche con il marchio Polestar) fanno sapere che resteranno neutrali.

Ma a pagare di più lo scotto è Rivian, costretta a licenziare il 6% dei dipendenti per far fronte a spese e concorrenza, pur sottolineando che non si risponderanno. Discorso a parte meritano i fornitori: qualcuno, infatti, si lamenta perché dalla Casa arrivano pressioni eccessive per abbassare i costi dei componenti.

Intanto la guerra dei prezzi è cominciata. Andrà avanti così? O gli altri si arrenderanno e Tesla potrà staccare i rivali una volta per tutte?