Parigi è stata una delle prime capitali europee a essere invasa dai monopattini elettrici. Ora sarà una delle prime a bandirli. La maggioranza dei cittadini della Ville Lumiere, infatti, domenica hanno votato per vietare questo tipo di mezzo di trasporto sulle strade. Lo ha fatto con un referendum non vincolante che però le autorità cittadine hanno dichiarato di voler rispettare.
Dalla conta dei voti raccolti nei 20 distretti parigini, il “no” ha ottenuto tra l’85,77% e il 91,77%. A comunicarlo è stato il comune stesso della città attraverso il suo sito web. Il referendum – o meglio, questa strana forma di consultazione pubblica – ha visto oltretutto una grandissima partecipazione da parte degli abitanti della capitale transalpine, che hanno formato lunghe code per potersi recare alle urne.
Una situazione fuori controllo
Il fatto che i parigini vogliano vietare la circolazione ai monopattini elettrici - quelli in sharing per lo meno - è strettamente legato alla sicurezza. L’invasione degli “e-scooter”, per dirla all’inglese, crea seri problemi alla circolazione e provoca spesso incidenti, anche gravi.
Nel 2021 in Francia si sono registrati 24 decessi legati a incidenti in cui erano coinvolti monopattini elettrici. L’anno scorso, nella sola Parigi, si sono contati 459 sinistri, di cui 3 mortali.

La nuova flotta di monopattini elettrici Helbiz
È una situazione comune a tante altre metropoli, che infatti si stanno muovendo per inasprire le normative riguardo ai monopattini e per limitare il numero di operatori a cui sarà data la licenza di offrire un servizio di sharing.
Il dado è tratto
I servizi di sharing di monopattini elettrici a Parigi hanno debuttato nel 2018. Dopo alcuni anni di invasione selvaggia del settore, nel 2020 le autorità cittadine hanno revocato alcune licenze, riducendo a 3 il numero degli operatori autorizzati, che hanno stipulato un contratto triennale, che sta giungendo quindi a regolare scadenza (il termine è settembre 2023).

Contestualmente, è stato chiesto che la velocità dei loro mezzi fosse abbassata a 20 km/h e che fossero utilizzati parcheggi appositi, per evitare che alcuni monopattini fossero abbandonati in luoghi che intralciavano altri veicoli o i pedoni.
Le società di sharing che ancora operano a Parigi si mostrarono particolarmente collaborative e anzi, introdussero limiti ulteriori, come la necessità di aver compiuto 18 anni per accedere al servizio e l’obbligo di viaggiare sempre in una sola persona. Naturalmente, hanno cercato di convincere i parigini a non votare per il divieto assoluto di circolazione, ma a quanto pare non hanno raggiunto i risultati sperati.