General Motors "copia" Ford. Anche i modelli americani marchiati GM, infatti, potranno essere ricaricati nei Tesla Supercharger a partire dalla primavera 2024. Al di là dell’importanza commerciale dell’accordo, si tratta di un altro passo per rendere sempre più accessibile e uniformata la rete di ricarica.

In questo caso parliamo solo del mercato nordamericano (quindi Canada e Stati Uniti, dove sono presenti oltre 12.000 colonnine di Elon Musk e soci), ma è vero anche, visti i piani di GM per un’espansione in Europa, la questione potrebbe riguardare presto anche il Vecchio Continente.

Altri accordi in arrivo?

Ad annunciare la “partnership” con Tesla è stata Mary Barra, ceo di General Motors, che ha anticipato come nei futuri modelli si potranno ricercare i Supercharger anche direttamente dalle app integrate nel veicolo e sullo smartphone.

2022 GMC Hummer EV Anteriore

Il GMC Hummer EV è tra le elettriche più recenti presentate da GM

Presto, quindi, non sarà più necessario utilizzare un adattatore per collegare la propria auto GM alle colonnine Tesla. E c’è da credere che, dopo la mossa di due colossi come General Motors e Ford, si uniranno anche altri Costruttori. Il riferimento è a Stellantis e Toyota, col Gruppo di Carlos Tavares che in Nord America va forte soprattutto grazie ai brand Ram e Dodge.

Tesla guarda al resto del mondo

In poche settimane, quindi, lo scenario dell’auto elettrica americana è cambiato radicalmente. Con gli accordi di Ford e GM, presto ricaricare la propria BEV in Canada e Stati Uniti sarà più facile e c’è da credere che nel prossimo futuro Elon Musk metterà nel mirino anche l’Europa.

Tesla in ricarica presso i Supercharger

Una Tesla Model Y collegata ad un Supercharger

Già lo scorso novembre, infatti, la Casa americana aveva lasciato intendere l’intenzione di aprire la sua rete di Supercharger anche agli altri veicoli e di “imporre” lo standard di ricarica NACS (North American Charging Standard) in tutto il mondo.

Secondo le informazioni fornite da Tesla, il connettore funzionerebbe infatti fino a 900 kW, mentre il CCS sarebbe stato collaudato fino a 450 kW. In futuro, quindi, le Case dovranno fare una scelta: passare al NACS o studiare un nuovo standard basato sul CCS?