Le batterie allo stato solido sono un argomento sempre più caldo. Tutti le vogliono e tutti le stanno sviluppando, perché consentono una maggiore sicurezza, una durata di vita più lunga e una ricarica più rapida rispetto alle tradizionali batterie agli ioni di litio che utilizzano elettroliti liquidi infiammabili.
Solo ieri vi abbiamo informato che la prima auto elettrica con batterie allo stato solido è in vendita (si chiama IM L6, è cinese, costa 42.500 euro e promette 1.000 km di autonomia dichiarata); adesso il produttore cinese di veicoli elettrici Hyper di GAC Aion ha dichiarato di aver terminato le attività di ricerca e sviluppo sulle batterie allo stato solido e che le utilizzerà a partire dal 2026.
Le batterie del futuro
Vi abbiamo spiegato in dettaglio cosa sono le batterie allo stato solido, come funzionano e quale autonomia promettono. L’industria delle batterie sta testando vari tipi di elettrolita solido, solitamente ceramico o in materiale composito, per arrivare ad una soluzione applicabile in tempi rapidi su larga scala.
La batteria allo stato solido, infatti, è vista anche come una delle soluzioni per abbassare il prezzo di listino delle auto elettriche e renderle più popolari nel mondo. Tante aziende stanno investendo nella ricerca, da colossi dell'auto come Volkswagen o BMW a società come Solid Power e SK On.
Altre soluzioni
Mentre si continua a lavorare sulle batterie allo stato solido, si cercano soluzioni di passaggio o alternative. Il CEO di Stellantis, Carlos Tavares, ad esempio, vuole adottare al più presto batterie litio-ferro-fosfato, almeno per alcuni modelli o alcune versioni, per abbassare i costi delle vetture.
Il numero uno di Renault, Luca De Meo, ha invece detto: “Le batterie agli ioni di litio saranno utilizzate ancora a lungo. Non sono una tecnologia rivoluzionaria, sono una tecnologia progressiva, nel senso che migliora a piccoli passi. Può contare sul fatto che gran parte degli investimenti per lo sviluppo sono già stati sostenuti: per questo bisogna sfruttarla ancora”.
Intanto però la IM L6 è in vendita e promette 1.000 km di autonomia, secondo il ciclo omologativo CLTC che però, bisogna dirlo, è un po’ meno severo rispetto al nostro WLTP.