Il dibattito sulla transizione energetica al tempo del Coronavirus si fa sempre più esteso. Alla richiesta da parte delle Case auto di ACEA di un sostanziale time-out dei vincoli ambientali per far fronte alla crisi, replica ora il presidente di Class Onlus, Camillo Piazza.
“Se l’obiettivo è cancellare le buone scelte che abbiamo ottenuto in questi ultimi anni sulla battaglia contro i cambiamenti climatici, non saremo mai d’accordo e abbiamo la certezza che l’Europa non vi seguirà”, sostiene in particolare Piazza, precisando però che “se invece l'obiettivo è di non pesare, per un anno, sulle vuote casse delle case automobilistiche e rilanciare una politica di affiancamento alla ristrutturazione dei processi produttivi e alla riconversione industriale, ci stiamo”.
Non sia una sanatoria
L'intervento di Piazza, che arriva a valle della “ricetta ambientalista” proposta da Transport & Environment e, in Italia, della richiesta di UNRAE di estendere gli incentivi alle auto che emettono fino a 95 g/km di CO2, prosegue sottolineando che “questo non significa fermarsi alla sola richiesta di ridurre o sospendere le multe europee previste”.
Infatti, aggiunge, “occorre tutti insieme chiedere al Governo e al Parlamento risorse aggiuntive per le riqualificazioni aziendali, anche dei settori commerciali delle stesse, contributi importanti per la formazione professionale, per l’educazione e l’informazione”, oltre che “per la condivisione dei mezzi di trasporto e aiuti per la riconversione industriale delle imprese”.
Le istanze al tavolo Mise e il riscaldamento
Per il numero uno di Class Onlus “la drammatica situazione che stiamo vivendo non deve essere una motivazione per interrompere il cammino verso una mobilità più sostenibile”, ma se lo spirito fosse quello di mettere al sicuro le Case per intensificare la riconversione green “siamo disposti a farci portavoce, insieme agli altri stakeholder del comparto presso il tavolo automotive del ministero dello Sviluppo economico delle richieste per attenuare o rimuovere per un anno il pagamento dell’infrazione comunitaria e per avere più risorse per favorire la transizione”.
Del resto, rileva Piazza, “la realtà odierna non può farci dimenticare che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’inquinamento atmosferico solo in Italia provoca ogni anno il decesso prematuro di circa 80.000 persone”. E in quest’ottica, nel ricordare che “la scarsa qualità dell’aria non è dovuta solamente alla mobilità endotermica”, conclude auspicando un intervento sul riscaldamento a biomasse, chiedendo in particolare di “smettere di finanziarli con soldi pubblici”.