Cosa c'entra Pininfarina con una Gigafactory? No, non stiamo parlando della realizzazione di Elon Musk, o comunque del progetto che vedrà la luce di Berlino. Ma andiamo con ordine.

Parli di Pininfarina - realtà differente da quell'Automobili Pininfarina che ci aveva mostrato la mostruosa Battista a Cambiano pochi mesi fa - e il pensiero non può che andare verso creazioni storiche che hanno reso grande l'Italia come l'Alfa Romeo 33 Giardinetta, la Ferrari 308, la 458 Italia o l'iconica F40, passando per la Lancia Aurelia GT o la Flavia. Storia, monumenti intramontabili. Ma il mondo va avanti veloce.

La partnership con Britishvolt

L'occhio al futuro però si è sempre rapportato parlando di Pininfarina, considerando anche lo studio ed il design di elementi come la torcia olimpica di Torino 2006, o il Keating Hotel di San Diego.

Insomma, quando si parla di stile, si pensa a Pininfarina. Devono aver fatto lo stesso ragionamento anche gli inglesi di Britishvolt per la loro prima fabbrica di batterie su larga scala nel Regno Unito. 

Sostenibilità al centro

La base di partenza sarà una ex base Raf a Bro Tathan, in Galles. L'azienda, specializzata nello sviluppo e nella produzione di batterie si è dunque avvalsa dello studio italiano, considerando come il processo di transizione energetica nel Regno Unito stia ricevendo considerevoli spinte dal Governo, con la volontà di vietare tutte le auto tranne le elettriche a partire dal 2032.

"L'attenzione di Pininfarina per l'impatto sociale è ciò che ci ha spinti a stringere questo accordo, come dimostra l'accurata selezione di materiali sostenibili che tengono conto dell'intero ciclo di vita dell'edificio" ha riferito Orral Nadjari, amministratore delegato e fondatore di Britishvolt.

"Il design sostenibile non rappresenta più un'opzione che prima o poi va considerata. E' un impegno ineludibile per creare valore sociale ed economico per le generazioni future" ha chiosato Silvio Pietro Angori, a.d di Pininfarina.

Fotogallery: Pininfarina H2 Speed 2018