“Un’occasione irripetibile” e “un punto di svolta per il rilancio economico”. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha ben chiara l’importanza del Recovery Fund per il nostro Paese. L’iniezione di risorse Ue per arginare lo shock post-pandemico rappresenta infatti un momento chiave per il futuro dell’Italia, che non può permettersi di investire senza una strategia chiara l'ondata di fondi a disposizione.
Giusto ieri il responsabile dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha evidenziato da Mirafiori l’importanza di fare leva sul “tesoretto” per riaccendere il mondo della ricerca, anche per ciò che riguarda l’auto. Muoversi guardando al futuro, che è un po’ quello che chiede ora Motus-E, l’associazione del settore eMobility in Italia. Guardiamo meglio quindi quali sono le proposte del settore.
Supporto alla domanda
Partiamo da quelle che sono le misure di supporto alla domanda evidenziate dall’associazione, concepite con l’intento di accelerare ulteriormente l’adozione di veicoli a emissioni zero da parte di privati, aziende e pubblica amministrazione.

Proroga Ecobonus
Secondo Motus-E la proroga della misura dell’ecobonus è sicuramente importante per il sostegno al mercato dei veicoli M1 elettrici e all’abbassamento graduale del prezzo di acquisto degli stessi (qui le auto elettriche attualmente più economiche con gli incentivi rottamazione).
Flotte aziendali elettriche
Su questo fronte l’associazione chiede di rivedere i meccanismi di deducibilità per le flotte aziendali e P.IVA a uso promiscuo e non esclusivamente strumentale all’attività di impresa, per leasing, acquisto o noleggio di un veicolo a zero (0-20g CO2/km) e basse emissioni (21-60g CO2/km), rispettivamente nella misura del 100% e dell’80% dell’ammortamento o del costo operativo del noleggio, alzando inoltre i costi massimi deducibili.
Non solo però, perché l’idea sarebbe quella di ridurre - per i veicoli a basse emissioni - e di azzerare - per quelli a emissioni zero - le tasse sui fringe benefit ai dipendenti.
Super ammortamento
Per i mezzi elettrici esclusivamente strumentali all’attività di impresa (car sharing, noleggio, furgoni), la proposta è di introdurre un super ammortamento che premi, come già definito nelle altre forme di incentivazione, i veicoli nelle fasce 0-20g CO2/km e 21-60g CO2/km, sia di categoria M1 sia N1, con un super ammortamento rispettivamente del 130% e del 110%. L’ipotesi sarebbe di andare a supportare nel triennio circa 120.000 veicoli M1 e quasi 15.000 veicoli N1 e N2.

Incentivi per i veicoli commerciali
In questo caso l’obiettivo sarebbe quello di creare uno schema di incentivazione nazionale per il potenziamento e il rinnovo delle flotte dei veicoli commerciali N1 e N2 che possa privilegiare i veicoli a emissioni zero e che sia concepito in modo da risultare concretamente accessibile per gli operatori della logistica urbana.
Trasporto pubblico e flotte PA
Toccato anche il tema del trasporto pubblico su gomma, per il quale si chiede di rafforzare i fondi per l’acquisto di nuovi autobus, da dedicare però esclusivamente ai mezzi a zero emissioni. Per integrare meglio i mezzi e le infrastrutture elettriche all’interno delle flotte, la soluzione prospettata punterebbe su un allargamento dei fondi anche al noleggio operativo per offerte integrate con mezzi, punti di ricarica e fornitura di energia. Accanto a questo, si propone anche di sostituire progressivamente i mezzi in dotazione alla pubblica amministrazione con veicoli elettrici.

Supporto alle infrastrutture
Le misure di stimolo alla domanda devono però trovare una sponda adeguata sul fronte infrastrutturale, elemento chiave per il decollo della mobilità elettrica per il quale abbiamo di recente osservato importanti novità con la conversione in legge del decreto Semplificazioni (con le prime agognate installazioni anche in autostrada).
Revisione e rafforzamento del Pnire
Nell’ottica del rafforzamento del Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica (il Pnire), finito nei mesi scorsi al centro di un’accesa polemica, Motus-E chiede di dedicare i fondi a un mix di infrastrutture con potenza massima variabile in funzione della location, dai 22 kW massimi dei parcheggi di interscambio agli oltre 100 kW extraurbani e, limitatamente, nei Comuni con oltre 50.000 abitanti.
In più, viene richiesto di investire in un piano per la copertura delle aree a fallimento di mercato, dove cioè gli operatori privati non avrebbero interesse a intervenire.

Ricariche domestiche e a lavoro
Su questo fronte Motus-E osserva che l’attuale agevolazione presenta una parcellizzazione dell’incentivo in un orizzonte temporale troppo lungo (10 anni) e rimarca l’impossibilità di vedere agevolato il leasing. A fronte di ciò la richiesta è di ridurre a 5 anni la rateizzazione della quota incentivabile, ma anche di eliminare il vincolo della potenza minima pari a 3,7 kW. Inoltre, si propone di estendere la possibilità di beneficiare del credito di imposta previsto per le infrastrutture di ricarica domestica anche per le piccole e medie imprese.
Rete di ricarica per i trasporti
Per favorire l’elettrificazione del cosiddetto ultimo miglio, sarebbe importante per Motus-E pianificare un sostegno all’infrastrutturazione di nodi di scambio logistici, stazioni, mercati ortofrutticoli e parcheggi di aree commerciali della grande distribuzione. Questo in quanto bisogna considerare che i trasportatori non possono fare affidamento solo sulla rete pubblica, che non garantirebbe una valida programmabilità delle consegne e delle ricariche.

Supporto all’offerta
A fianco allo stimolo della domanda e dell’offerta il piano d’azione avanzato da Motus-E include anche una serie di misure rivolte al supporto dell’offerta. Ecco in che modo.
Bando per Gigafactory batterie
L’idea è quella di creare una procedura rivolta ad attrarre investimenti per la costruzione di uno stabilimento per la produzione di batterie per veicoli elettrici in Italia con una capacità nell’ordine di 1 GWh.
Bando per riciclo
In questo caso la procedura competitiva andrebbe finalizzata alla realizzazione di un impianto sperimentale di riciclaggio e riuso delle batterie per trazione in un’ottica di economia circolare.
Formazione
Nel campo della formazione si chiede di supportare la riqualificazione delle competenze dei lavoratori addetti ai processi produttivi, alla progettazione e fabbricazione dei prodotti, alle reti di vendita (concessionari) e assistenza post-vendita (officine).
A tale fine si propone di integrare il piano Industry 4.0 con voci per la formazione per l’elettrificazione, di uniformare l’aliquota di agevolazione relativa al credito d’imposta per l’intera filiera del veicolo elettrico al 50%, di consentire il trasferimento del beneficio fiscale tra Legal Entities riconducibili alla medesima società controllante, in caso di progetti unitari di formazione.