Quello tra Tesla e la Germania è un po’ un rapporto di amore-odio. Se da un lato le istituzioni tedesche hanno dimostrato di nutrire uno straordinario rispetto per l’opera di Elon Musk, accolto di recente addirittura da una delegazione di ministri, dall’altro il Paese non è nuovo ad “appunti” sull’operato della Casa.

Così, a stretto giro dall’attacco dei giudici di Monaco alla comunicazione relativa all’Autopilot, Tesla finisce nel mirino anche dell’agenzia federale dell’ambiente tedesca, per le attività relative al riciclo delle batterie. E anche in questo caso respinge al mittente le accuse.

La violazione delle norme su riciclo

Più in dettaglio, secondo quanto riporta un documento trasmesso alla SEC (l’equivalente della Consob italiana), alla Casa sarebbe stata inflitta una multa di 12 milioni di euro per una presunta violazione della normativa tedesca sul fine vita degli accumulatori.

In base alla normativa, i costruttori devono ritirare le batterie non più utilizzabili e smaltirle in modo ecologico. Una pratica che Tesla rimarca di aver sempre rispettato.

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Solo un'incomprensione amministrativa

Nel respingere qualsiasi addebito la Casa precisa infine di aver sempre osservato le leggi tedesche che disciplinano la materia, ritirando i pacchi batteria come previsto.

Per Tesla quindi il nodo sarebbe esclusivamente un disguido di carattere amministrativo, e in ogni caso quando avvenuto non dovrebbe avere alcun riflesso sulle operazioni tedesche di Elon Musk e soci, che pure il mese scorso si sono dovuti misurare sempre in Germania anche con l’addio di Evan Horetsky, responsabile della costruzione della Gigafactory di Berlino.