L'Asia, si sa, è di gran lunga il primo produttore al mondo di batterie. L’Europa però ha iniziato a recuperare terreno, in termini di investimenti e brevetti, e vuole a tutti i costi diventare un player di primo piano in quello che sta sempre più diventando un settore strategico anche in ottica geopolitica

Lo ribadisce ora pure il ministro dell’Economia tedesco, Peter Altmaier, che torna regolarmente sull’argomento e che dopo aver stanziato nel 2018 un miliardo di euro su questo fronte (cifra poi raddoppiata) torna all’attacco per mantenere alta l’attenzione sul settore. A maggior ragione ora che le vendite di auto elettrificate hanno addirittura superato quelle delle vetture diesel.

Obiettivo 500 GWh

Gli analisti danno ragione al ministro: è opinione trasversale infatti che per sostenere la transizione energetica in Europa, e per liberare il suo potenziale per il rilancio dell'economia, si debba puntare a slegarsi dalla dipendenza dall’Asia, dove hanno sede colossi delle batterie come CATL, Panasonic o LG Chem.

Mercedes, la produzione elettrica

Per centrare gli obiettivi del Green Deal europeo si dovranno creare impianti produttivi in grado di realizzare celle per 500 GWh all’anno. Tanti sono i progetti che stanno prendendo forma, anche in Italia. C’è l’accordo PSA-Total, che ha portato alla nascita della Automotive Cells Company, c’è Northvolt, azienda che si avvale anche del contributo di Volkswagen, e ci sono anche molti altri piani. Ma questi, insieme, non arrivano ancora alla metà dei GWh necessari. Intanto, però, un primo passo è stato fatto grazie alla strategia per le materie prime critiche.

Programma decennale

“Si deve crescere ancora – ha spiegato Altmaier – fino a portare l’Europa a soddisfare il 30% dell’intera domanda mondiale di batterie per le auto e per i sistemi di stoccaggio dell'energia entro il 2030”. Si tratta di un obiettivo ambizioso, se si pensa che tra dieci anni la domanda di batterie sarà più di dieci volte superiore a quella attuale e che il settore potrebbe portare alla creazione di più di 20.000 posti di lavoro.

Elettriche, la guida autonoma le renderà anche più efficienti?

Una partita essenziale

Altmaier ha parlato anche dell’industria automobilistica in generale. “Il settore automotive – ha detto il ministro tedesco – rappresenta un anello fondamentale nella catena del valore dell’industria europea. Il comparto sta vivendo un momento di forte stress, causato da una parte dalla corsa alla transizione energetica, dall’altro dalle tensioni sul mercato causate dalla pandemia”.

“Per questo – ha aggiunto – è necessario che l’Europa intervenga con decisione su più fronti”. Ma quali sono, viene da chiedersi? Oltre alla produzione di batterie, di cui sopra, il riferimento è alla creazione di un’infrastruttura di ricarica adeguata e allo sviluppo di tecnologie dedicate alla guida autonoma, per mantenere nel Vecchio Continente una leadership tecnologica, quella nell'automotive, sempre più sotto attacco.