Solo qualche giorno fa abbiamo fatto il punto della situazione sull’infrastruttura di ricarica in Italia, prendendo le mosse dal Roma-Palermo in auto elettrica documentato in un reportage di Motor1.com.
Oggi, lo stesso capoluogo siciliano finisce sotto i riflettori per una questione legata proprio all’infrastruttura di ricarica, con l’amministrazione della città nel mirino del deputato M5S Giuseppe Chiazzese, molto attivo sul tema mobilità elettrica e autore anche della proposta di stop alla vendita di auto termiche in Italia dal 2035 (costatagli addirittura delle minacce di morte).
L'inizio della vicenda
L’attacco di Chiazzese su Facebook parte riavvolgendo il nastro fino al maggio 2018, quando secondo la sua ricostruzione Enel X avrebbe inviato al Comune di Palermo “una richiesta per poter installare gratuitamente 96 colonnine all’interno del territorio comunale”. Secondo il deputato, la società “stipula diversi contratti in molte città”, mentre a Palermo “non si arriva a nulla”.
Il post di Chiazzese prosegue poi arrivando al gennaio 2020, quando per vie traverse la questione delle colonnine palermitane sarebbe arrivata anche all’attenzione della Commissione Ue, a cui non sarebbe stata riportata la proposta “gratuita” ricevuta in precedenza.
Il nodo del bando
Il racconto del deputato si sofferma poi sull’ipotesi da parte della giunta Orlando di poter utilizzare risorse riconducibili al Recovery Fund per creare la rete di ricarica della città, poi scartata, e si conclude con la pubblicazione del bando per la realizzazione dell’infrastruttura.
Anche su questa gara però Chiazzese ha molto da ridire, parlando di “vizi normativi” e di “requisiti minimi quasi impossibili da garantire”. Il deputato, insomma, c’è andato giù molto duro, promettendo di voler continuare a fare luce sulla vicenda.
Vedremo come andrà a finire, con una speranza sicuramente condivisa da tutti: poter vedere presto adeguatamente infrastrutturata questa città bellissima, che è anche la quinta più popolosa del Paese.