L’Europa sta spingendo fortissimo sulle batterie. Nel Vecchio Continente ci sono 15 stabilimenti in costruzione, pesanti investimenti e una serie di collaborazioni a vari livelli che vedono coinvolti numerosi Paesi e aziende sotto il grande cappello dell’Alleanza per le batterie.

Per evitare errori compiuti da altre parti del mondo, però, l’Ue sta anche lavorando per assicurare che il comparto - che arriverà a valere 250 miliardi di euro nel 2025 -  possa distinguersi per un livello assoluto di sostenibilità ambientale.

Green Deal prima di tutto

Il pensiero della Commissione è molto lineare: essenziale sostenere la diffusione della mobilità elettrica, fondamentale creare un indotto locale per la produzione di batterie, ma imprescindibile adottare metodi produttivi green e politiche di salvaguardia dell’ambiente per l’intero ciclo di vita degli accumulatori.

Le batterie agli ioni di sodio studiate all'Università di Warwick

Virginijus Sinkevicius, commissario europeo per l’Ambiente, ha ricordato sul punto che “l’Europa è destinata a diventare il secondo mercato per le batterie al mondo dopo la Cina" e che "il numero di batterie immesse sui mercati comunitari crescerà enormemente nei prossimi anni". Per questo, ha chiosato, "il fatto che siano prodotte e smaltite con metodi sostenibili deve assolutamente andare di pari passo”.

3,2 miliardi di aiuti

Germania e Francia, ma anche l’Italia, che proprio con i cugini d'Oltralpe sta avviando importanti collaborazioni, sono in prima fila per lanciare l’industria europea delle batterie.

Lo stanno facendo coinvolgendo non solo le Case automobilistiche ma anche altri colossi industriali, e stanno sfruttando i grossi aiuti che l’Ue ha deciso di stanziare a sostegno di questo grande progetto, che ha già ricevuto 3,2 miliardi di euro di contributi comunitari.

Northvolt

Le aree su cui intervenire

Per rendere il comparto delle batterie europee meno impattante sull’ambiente la Commissione sta lavorando su diversi campi. Prima di tutto su metodi responsabili per l’approvvigionamento di materie prime. Poi, sull’utilizzo di energia proveniente da sole fonti rinnovabili. A questo, si deve sommare la capacità di ridurre le quantità di terre rare nella produzione delle celle e la volontà di cercare soluzioni tecnologiche in grado di rendere le batterie stesse più performanti e più durature.

  • Metodi estrattivi più responsabili per le materie prime
  • Sfruttamento delle fonti rinnovabili
  • Nuove composizioni chimiche delle celle
  • Incremento delle prestazioni
  • Incremento della durata

Stando alle norme attualmente in fase di definizione, il rispetto di certi requisiti ambientali si applicherebbe a qualsiasi tipo di batteria, qualunque sia la composizione chimica o la tecnologia utilizzata. “In questo modo - ha assicurato Sinkevicius – si garantiranno obblighi analoghi a tutti i soggetti coinvolti”.