La parola d’ordine deve essere ridurre. Non solo le emissioni, ma più in generale il numero di auto presenti in Italia: la media nazionale parla di 646 vetture immatricolate ogni mille abitanti. Un triste primato che in Europa ci vede dietro solo al Lussemburgo. Quale dev’essere la strada maestra per eliminare un po’ di vetture in circolazione?
Una proposta arriva dall’Osservatorio nazionale sulla sharing mobility e da Motus-E, che hanno presentato lo studio “Lo sviluppo dei servizi di car sharing con veicoli elettrici – soluzioni e proposte”.
Più condivisione, meno auto
L’idea di fondo, per diminuire il parco circolante, è condividere i mezzi di trasporto. Così facendo si combatterebbe la CO2, si migliorerebbe la qualità dell’aria e si ridurrebbe il traffico nelle città, con conseguenti benefici sulla vita quotidiana dei cittadini.
L’Europa ha già fissato i suoi obiettivi per il 2030: abbassare le emissioni del 55% rispetto ai livelli del 1990 e produrre 72 GW di energia da fonti rinnovabili. Una sfida ambiziosa e a cui l’Italia ha risposto presente. Ma servirà che i trasporti facciano la loro parte, arrivando a 6 milioni di veicoli elettrificati nella Penisola (4 milioni di full electric e 2 milioni di plug-in hybrid, pari al 15% del parco circolante) all’inizio del prossimo decennio, quando si spera che le vendite avranno raggiunto il 50% del mercato.

Le proposte nazionali
Al di là dell'indispensabile ricambio del parco auto nazionale, il car sharing sarà fondamentale per arrivare preparati all’appuntamento. L’Osservatorio e Motus-E hanno presentato quindi una serie di proposte e raccomandazioni per favorire lo sviluppo del settore. Le prime richieste vanno alla politica nazionale e sono:
- Fissare dei target al 2025 e al 2030 per ridurre ed elettrificare il parco circolante;
- Incentivare l’elettrificazione delle flotte, con bonus per l’acquisto e il noleggio di veicoli a batteria;
- Favorire l’uso del car sharing e dei taxi elettrici, prevedendo degli incentivi per i clienti;
- Realizzare infrastrutture di ricarica dedicate alle flotte e ai taxi, anche presso le abitazioni dei tassisti;
- Estendere al 2030 il Buono mobilità previsto nel decreto legge Clima per l’uso di tutti i servizi di sharing mobility;
- Garantire dei trattamenti fiscali favorevoli per gli operatori di flotte attraverso aliquote, deducibilità dei costi e crediti d’imposta.
Le raccomandazioni locali
A livello locale, invece, le raccomandazioni per sviluppare i servizi di car sharing elettrici toccano sia i veicoli che le infrastrutture di ricarica. I punti più importanti prevedono di:
- Pianificare il servizio di condivisione tenendo conto delle aree operative e del numero di veicoli;
- Favorire l’elettrificazione del car sharing attraverso vantaggi su parcheggi e accessi a zone della città, oppure riservando corsie alle vetture a zero emissioni;
- Assicurare che le stazioni ferroviarie diventino degli hub di ricarica, dato l’alto numero di avventori;
- Individuare altre aree urbane per il rifornimento di elettricità;
- Implementare la rete di ricarica esclusiva del car sharing, non solo attraverso colonnine fast per le zone dove c’è più richiesta di energia, ma anche con caricatori lenti, soprattutto nelle zone a basso uso di veicoli durante la notte.
Una nuova concezione
“La mobilità elettrica può essere vista come il principale strumento del cambio di paradigma rappresentato dalla nuova mobilità”, ha dichiarato Dino Marcozzi, presidente di Motus-E. Insomma, basta città ridotte a giganteschi parcheggi. Serve invece un “superamento del concetto di proprietà individuale del mezzo con una sempre maggiore focalizzazione sul consumatore, finalmente al centro della mobilità”. Sarà questo il futuro nel periodo post pandemia, un’opportunità da cogliere “per portarci ad una mobilità finalmente civile; il car sharing va decisamente in questa direzione”.
Lo studio serve per guidare il settore verso la meta, come spiegato da Raimondo Orsini, responsabile dell’Osservatorio: “Le proposte contenute in questo lavoro intendono proprio stimolare il dibatto intorno a quali siano le politiche nazionali e locali più efficaci per aiutare il settore del car sharing italiano a compiere un salto di qualità per il futuro, per provare ad aumentare, allo stesso tempo, l’offerta di auto condivise, la domanda ed il processo di elettrificazione delle flotte”.