Molti si stanno chiedendo che fine abbia fatto lo sconto del 40% per comprare auto elettriche. Doveva essere operativo all’inizio di questo mese, ma ci sono stati alcuni ritardi che, si spera, verranno presto superati. L’ultimo aggiornamento in materia è di Giuseppe Chiazzese, deputato del Movimento 5 Stelle e promotore della misura.
Il parlamentare è intervenuto sul tema, insieme al collega di partito Luca Sut, dopo che alla Camera è stato approvato l’ordine del giorno per prorogare l’altro incentivo all’acquisto di vetture a batteria: l’ecobonus, in scadenza il 31 dicembre di quest’anno. Il Governo è quindi impegnato ad allungare l’orizzonte temporale degli incentivi alla fine del 2022, limitandoli però alle sole auto elettriche (0-20 g/km di CO2), nella formula iniziale di 6.000 euro con rottamazione e 4.000 senza. Per ora, nulla di vincolante, ma si tratta sicuramente di un segnale positivo per il mercato.
Basta ritardi
Riguardo al bonus Isee, Chiazzese ha spiegato di aver “avuto delle interlocuzioni con il ministero dello Sviluppo economico che sembrano dare riscontro positivo”. Nel caso, però, in cui dovessero esserci altri ritardi, il deputato potrebbe “depositare un’interrogazione formale per non far perdere questa grande occasione”.
L’incentivo, ricordiamo, garantisce una riduzione del 40% sul costo di un veicolo a zero emissioni (con prezzo di listino non superiore a 30.000 euro, al netto di Iva) comprato da chi ha un Isee inferiore a 30.000 euro. La misura è finanziata con un budget di 20 milioni: “Non una cifra grandissima”, ammette il pentastellato, ricordando poi che a questo sconto “va sommato quello del concessionario, quindi verosimilmente ci si porta a casa un’auto elettrica, anche senza rottamazione, con uno sconto prossimo al 50%”.

Capitolo infrastrutture
La voce passa poi a Luca Sut, capogruppo M5S in commissione Attività produttive della Camera. Dopo aver ricordato i numeri positivi delle immatricolazioni italiane di auto elettriche, il deputato ha dedicato ampio spazio al discorso infrastrutture. Se, di recente, a Modena è stata inaugurata la prima stazione di ricarica ultrafast autostradale, la crescita delle colonnine sulla grande viabilità dovrà continuare a ritmi sempre più sostenuti: “Ce ne saranno molte altre, che garantiranno di averne almeno una ogni 50 km”, per aiutare i cittadini a superare l’ansia da ricarica e “raggiungere ogni parte d’Italia”.
Poi arriveranno altri caricatori, come prevede il Pnrr, che andranno posizionati in “tutti quei punti fondamentali, come possono essere aeroporti e stazioni ferroviarie. In questo modo, anche i taxi potrebbero usare le ricariche veloci”, portando la transizione ecologica anche a quei mezzi. Tutte richieste che, assicurano Chiazzese e Sut prima di chiudere, sono già arrivate a Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica.