L’auto elettrica si sta diffondendo e, in Europa, ha quasi raggiunto il 10% del mercato. Ma è ancora agli albori e tante cose possono essere fatte per migliorarne caratteristiche e prestazioni. Già si parla di batterie allo stato solido, di motori a flusso assiale e, tra le altre cose, anche di architetture a 800 Volt.

Rispetto allo standard dei modelli in produzione (quasi tutti a 400 Volt), con sistemi a 800 Volt si riesce a grandi linee a gestire quantità doppie di energia, con enormi benefici sulle velocità di ricarica. Ma i vantaggi di questa tecnologia non si fermano qui. Indirettamente, infatti, possono migliorare numerosi altri aspetti di una vettura a zero emissioni.

Batterie più piccole

Avere tempi di ricarica brevi spingerà molti costruttori a realizzare auto elettriche con batterie meno capienti. Sarà inutile avere modelli in grado di percorrere 1.000 km con un pieno di elettroni, se tanto quel pieno di elettroni sarà possibile farlo in poco tempo. A questo punto si potrà puntare su accumulatori meno capienti ma più evoluti tecnicamente.

Batterie più piccole, se compatibili con sistemi a 800 Volt, potranno ricaricarsi completamente in 10-15 minuti. Questo significa che le auto elettriche riusciranno quasi ad eguagliare quelle termiche per fare un pieno. Non sarà proprio così, ma non ci si discosterà molto da questo concetto.

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E batterie più piccole consentiranno di abbassare il peso delle auto elettriche e i costi di produzione. Da una parte migliorando ulteriormente l’efficienza, dall’altra portando le vetture a batteria ad essere più competitive con le ICE al momento dell’acquisto.

Un nuovo standard

Guardando il mercato, ad oggi le uniche elettriche in commercio con architettura a 800 Volt sono la Porsche Taycan e la derivata Audi e-tron GT, e le due coreane nate sulla nuova piattaforma E-GMP: la Ioniq 5 e la Kia EV6. A queste si aggiungerà la Lotus Eletre. Ma da più parti si dice che nel 2025 le auto elettriche con architettura a 800 Volt saranno già molte di più e che da quel momento in poi la maggior parte delle elettriche che arriveranno sul mercato adotteranno questo nuovo standard.

Il gruppo Volkswagen, ad esempio, lo farà con la nuova piattaforma PPE su cui arrivano la Porsche Macan Elettrica e le nuove Audi top di gamma, come la A6 e-tron. Volvo, Stellantis e General Motors si convertiranno presto. Non ci sono indicazioni in questo senso da Tesla, che invece per ora sembra continuare con i 400 Volt concentrandosi sulle celle 4680.

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Un problema di infrastruttura

La diffusione dell’auto elettrica viaggia di pari passo con la diffusione delle colonnine di ricarica. Così, vetture con batterie a 800 Volt dovranno potersi recare presso stazioni pubbliche compatibili. Altrimenti non si sfrutterebbero i vantaggi sopra elencati in tema di velocità di erogazione dell’energia.

E qui il problema si intensifica. Ionity, ad esempio, con i suoi fast charge da 350 kW rappresenta una buona alternativa, ma la maggior parte delle colonnine pubbliche non raggiunge quelle potenze, rendendo di fatto inutile la tecnologia. Insomma, tanto le Case devono innovare, tanto devono farlo le aziende che gestiscono le reti di ricarica.

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