Elettrica o a idrogeno? Qualunque sia “la via dell’acqua” – cito il sottotitolo dell’attesissimo sequel di Avatar per raccontare la transizione nel blu –, una cosa è certa: il futuro dei mari sarà a zero emissioni. Proprio come quello delle strade.

Chi ci crede ha già messo in cantiere diversi progetti, che trovate raccolti in questo articolo. E, fra le righe, scoprirete anche una piacevole sorpresa: quella che l’Italia vuole giocare un ruolo da protagonista. Vediamo.

La missione tricolore

Partiamo quindi dai fatti di casa nostra. Bagnata a ovest dal Tirreno e a est dall’Adriatico, la Penisola riserva uno dei progetti più interessanti mai visti: quello lanciato da Fincantieri, MSC e Snam. Qual è? La prima nave da crociera a idrogeno del mondo.

Le tre aziende si erano date un po’ di tempo per completare gli studi di fattibilità. Se i disegni su carta dovessero ora trasformarsi in realtà, il natante contribuirebbe a ridurre le emissioni del settore, pari a circa il 3% del totale.

Nave da crociere MSC

Nave da crociera MSC. In futuro sarà a idrogeno?

Sempre italiano (anzi, italo-americano) è il motore a reazione per barche elettriche con potenza fino a 1.300 CV, fra i piani della lombarda Sealence e della californiana Enevate. Si chiama DeepSpeed e promette silenziosità e assenza quasi totale di vibrazioni. Dai tender ai motoscafi ad alte prestazioni, fino ai più grandi yatch, il super propulsore potrebbe guidare più tipi di imbarcazioni.

Ultimo, ma non meno importante nel nostro album delle acque italiane, è RaceBird, motoscafo a batteria nato dalla mente di Alejandro Agag, cofondatore di Formula E ed Extreme E. “È possibile andare in giro per mare e per laghi divertendosi e riducendo in maniera significativa l’impatto sull’ecosistema”, aveva raccontato Agag a InsideEVs. E il divertimento si traduce in una velocità che supera i 90 km/h.

Da BMW a GM

Anche alcuni Costruttori legacy pensano di fare un tuffo in mare, in un modo o nell’altro. Uno dei primi è stato la tedesca BMW, che nel 2017 ha integrato le batterie della i3 con le barche della connazionale Torqeedo. Dalla Germania parte pure l’alleanza tra Volkswagen e la società Silent Yachts, per prestare la piattaforma MEB di Wolfsburg agli oceani.

Si può poi citare il caso di General Motors, che ha investito in Pure Watercraft, startup di Seattle specializzata nello sviluppo di motori nautici elettrici, acquistando il 25% delle azioni al prezzo di 150 milioni di dollari.

BMW e Torqeedo

L'alleanza BMW-Torqeedo sfreccia
su strada e sul pelo dell'acqua

Silent Yachts prende in prestito la piattaforma MEB di Volkswagen

La piattaforma MEB di Volkswagen
diventa uno yacht

General Motors investe in Pure Watercraft

General Motors si dà ai motoscafi elettrici

Toyota in pole position

Ma è soprattutto Toyota a puntare all’orizzonte. Tra il catamarano Energy Observer e quello campione di autonomia Chase Zero, le imbarcazioni – nate da partnership diverse – sono spinte dai motori a idrogeno, visto che la Casa è da sempre convintissima sul potenziale del vettore energetico.

Chase Zero

Dal catamarano Chase Zero...

Toyota Mirai diventa barca a idrogeno

Alla "Toyota Mirai"

Pensato per l’H2 è poi il modulo di stoccaggio che potrebbe alimentare non solo le navi, ma anche treni e camion. Riuscireste poi a immaginare la Mirai che si fa un bel bagno? Lo storico cantiere giapponese Yanmar è riuscito nell’impresa, con una barca fuel cell che monta il powertrain della berlina. Il suo nome? EX38A FC. Non proprio accattivante, ma l’importante è levare le ancore.