È da quando si è lanciata a capofitto nell’auto elettrica che Volkswagen guarda Tesla. Non lo ha mai nascosto, né quando a guidare il gruppo era Herbert Diess, né in tempi più recenti. E, in effetti, a Wolfsburg si studia il modello-Musk in tanti aspetti.

L’obiettivo, chiaramente, è quello di essere sempre più competitivi nel campo delle zero emissioni. A livello di prodotti, servizi e organizzazione aziendale. Vediamo, allora, in quali campi la Casa tedesca sta prendendo ispirazione dal competitor americano.

Elettrodi con rivestimento a secco

Partiamo dalla notizia più recente. Volkswagen sta lavorando per produrre batterie con rivestimento a secco degli elettrodi. Un metodo già utilizzato da Tesla sulle sue 4680, ma solo per l’anodo, che rende la produzione di celle notevolmente meno costosa.

L’obiettivo di entrambi i Costruttori è quello di arrivare a produrre con rivestimento a secco entrambi gli elettrodi. Questa tecnologia rende superfluo l’uso dei solventi e riduce del 30% il consumo energetico legato alla realizzazione delle celle. Volkswagen ha già riscontrato risultati positivi durante i suoi test interni, secondo quanto affermato da Sebastian Wolf, a capo di PowerCo, nuova società di proprietà del gruppo che si dedica proprio alla produzione di batterie.

Foto - La gigafactory Volkswagen per batterie a Salzgitter

La gigafactory Volkswagen per batterie a Salzgitter

Ecco le famose Giga Press

Se c’è una cosa che sta rivoluzionando il modo di produrre automobili, quello è l’uso delle Giga Press. Enormi macchinari in grado di stampare grandi parti di scocca in un unico pezzo. Tesla, anche in questo caso, ha aperto la via. Lo ha fatto con la Model Y, la cui scocca posteriore è realizzata in un unico colpo da una Giga Press realizzata in Italia.

Altre Case hanno deciso di adottare lo stesso metodo, che è più veloce, più economico e anche più efficiente dal punto di vista del contenimento degli sprechi. Volkswagen è tra questi. Il suo direttore della produzione Christian Vollmer ha già avviato una produzione sperimentale e ha realizzato 1.000 pezzi stampati. Per quella parte di scocca sono necessari solo 130 secondi.

 

Il fatto è che Volkswagen sta cercando di adattare i robot esistenti per contenere gli investimenti e lavora quindi nell’ottimizzazione dei processi senza intenzione di introdurre nuove macchine. In ogni caso, è fiduciosa che potrà usare questo metodo a partire dal 2028, quando arriveranno le prime auto del progetto Trinity. Questa riorganizzazione, da sola, dovrebbe portare la Casa a risparmiare 10 miliardi di euro entro il 2026.

Il ruolo centrale del software

Volkswagen è anche convinta che per sposare il cambiamento deve trasformarsi da Costruttore di automobili ad azienda che eroga servizi. Per lavorare sulla parte software e digitale delle sue auto, ha creato una sua società, Cariad, che sta cercando di correre per arrivare ai livelli di Tesla (di nuovo, una sorta di punto di riferimento obbligato per tutti). La Casa tedesca sta riscontrando non pochi problemi legati all’informatica, ma è riuscita già a garantire aggiornamenti over the air su tutte le sue vetture elettriche di nuova concezione e sta rilasciando aggiornamenti che migliorano vari aspetti delle sue auto.

Foto - Volkswagen ID.7

Il sistema di infotainment della Volkswagen ID.7

Ma Volkswagen si sta spingendo oltre. Dall’anno scorso, infatti, afferma di voler fornire la sua guida autonoma avanzata con forme di noleggio. Basterà pagare un canone mensile o una tariffa a consumo per attivare sulla propria auto il massimo dell’assistenza. Dirk Hilgenberg, ceo di Cariad, ha affermato:

“Dobbiamo arrivare ad avere una piattaforma di servizi digitali che comprenda una gamma completa di prodotti. Streaming, market place, intrattenimento vario”.

La questione colonnine

C’è dell’altro. Tesla ha dimostrato che poter contare sulla propria rete di ricarica offre un grande vantaggio competitivo nei confronti della concorrenza. I Supercharger sono uno dei motivi principali per cui gli automobilisti scelgono un’auto della Casa americana. Perché sono veloci e affidabili. Ora che sono aperti a tutti, offrono a Tesla anche una gigantesca possibilità di guadagno.

L'hub di ricarica Ewiva di Roma Tor di Quinto

L'hub di ricarica Ewiva di Roma Tor di Quinto

Volkswagen ha capito che deve spingere per creare un modello simile. Lo sta facendo con alcune joint venture come Ionity e Ewiva. Basta a contrastare lo strapotere di Elon Musk? Ma soprattutto, basterà seguire le sue mosse per superarlo? Probabilmente no. Anche perché il signor Tesla non è certo uno che dorme sugli allori. Anzi, spinge al limite su tutti i fronti per restare sulla breccia. Però, guardando ai migliori, non si sbaglia di certo.