Elon Musk ha una bella gatta da pelare. Si chiama Svezia e il braccio di ferro che sta portando avanti da settimane con il Paese scandinavo rischia di arrecare non pochi danni alla Casa americana di cui è al comando.
Il fatto è che quasi un mese fa i trasportatori e i portuali svedesi che lavorano per Tesla hanno iniziato a chiedere l’adeguamento dei loro contratti a quelli in vigore per altre categorie di lavoratori svedesi. Di fronte al silenzio della Casa, le richieste sono diventate proteste che si stanno allargando a macchia d’olio, coinvolgendo sempre più soggetti.
Tutti contro Tesla
Al momento attuale ci sono addetti delle pulizie che non puliscono gli spazi Tesla, elettricisti e tecnici che non svolgono la manutenzione dei Supercharger, dipendenti delle poste che non consegnano la corrispondenza, i pezzi di ricambio e le altre forniture. Stanno tutti incrociando le braccia.
Addirittura, l’ex primo ministro Stefan Lofvten ha annunciato che non salirà su un taxi se l’autista di quel taxi sarà al volante di una Tesla.
Tralasciando le questioni tecniche e la liceità delle azioni intraprese, la vera domanda è: quali conseguenze può avere questo tipo di iniziative sulla Casa americana? La risposta è semplice: lo stop momentaneo (perché alla fine un accordo si troverà) alle vendite.

Una Tesla Model Y nella nuova colorazione Cherry Red
La portata dello stop
Allora, parliamo di numeri. La Svezia è stato il quarto mercato europeo per Tesla nel 2022. Al primo posto si è piazzata la Germania, con 69.961 vetture vendute, seguita da Regno Unito (50.950), Norvegia (21,282) e, appunto, Svezia (9.189). I numeri sono abbastanza esigui, se si pensa che nel 2022 la Casa americana ha venduto nel mondo 1.313.581 vetture (a conti fatti, la Svezia rappresenta meno dello 0,7% del totale).

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Ma guardando ai consumatori svedesi – ammesso che ce ne sia ancora qualcuno che vuole acquistare una Tesla – il danno ha tutt’altra portata. Nel Paese, a settembre, le auto elettriche hanno toccato il 44% di quota e le Tesla Model Y è stata di gran lunga la più venduta in assoluto.
A settembre ha fatto registrare un +607% rispetto allo stesso mese dello scorso anno e con 13.457 nuove immatricolazioni da inizio anno ha consolidato la propria leadership anche su tutto il cumulato 2023.
Quindi, se a livello globale la situazione svedese influisce fino a un certo punto, localmente le proteste arrecano danni notevoli alla Casa. Oltretutto adesso che BYD è pronta al sorpasso ogni auto venduta può essere quella decisiva per mantenere o perdere la leadership sull'elettrico.