A gennaio Tesla ha superato la capitalizzazione di Volkswagen con grande stupore di tutti, piazzandosi al secondo posto nella classifica dei costruttori mondiali. Ma la corsa, come vedremo, non era finita. Il gruppo tedesco si disse fiducioso nel ristabilire le gerarchie, ma poi venne il Coronavirus e la situazione rimase in stallo.

Nei giorni scorsi il valore delle azioni Tesla è cresciuto ancora e ieri ha fatto un altro gigantesco balzo in avanti. Le azioni sono passate da meno di 900 dollari a ben oltre 1.000, chiudendo addirittura a 1.025 e rotti. È la prima volta nella storia del brand che toccano un valore così alto: un record che ha portato Tesla ad essere – addirittura – la Casa automobilistica con la più alta capitalizzazione di tutte, inclusa Toyota, che fino ad oggi deteneva la leadership.

Capitale vuol dire fiducia

Partiamo da qualche numero (da capogiro) fatto registrare dalla Casa di Elon Musk.

  • Performance in 5 giorni: +18,59%
  • Performance in 1 mese: +27,6%
  • Performance in 3 mesi: +82,87%
  • Performance da inizio 2020: +145,03%
  • Performance in 1 anno: +379,2%

Con il boom di ieri, Tesla ha superato i 190 miliardi di dollari di capitalizzazione. Ma cosa significa in concreto? Ce lo spiega Monica Secondino, consulente finanziaria e giornalista: “La crescita del valore di Tesla è indice del fatto che Musk e soci hanno la fiducia degli investitori. Il dato va visto proprio come un riconoscimento da parte dei mercati del vantaggio competitivo della Casa sul tema dell’elettrificazione.

"Non è però da confondersi con un indicatore dello stato di salute della società", osserva Secondino, "che dovrebbe essere analizzata sotto molti altri punti di vista: la marginalità, gli utili, la liquidità, i volumi di vendita o le prospettive future. In questo senso, la capitalizzazione, il cui aumento è sicuramente un dato positivo, è solo uno degli indicatori che devono essere presi in considerazione”.

La top 15 delle Case per capitalizzazione

  1. Tesla: 190,121 miliardi di dollari
  2. Toyota: 182,273 miliardi di dollari
  3. Volkswagen: 71,963 miliardi di dollari
  4. Honda: 47,49 miliardi di dollari
  5. General Motors: 41,144 miliardi di dollari
  6. Daimler: 39,679 miliardi di dollari
  7. Ferrari: 37,41 miliardi di dollari
  8. BMW: 36,724 miliardi di dollari
  9. Hyundai: 22,556 miliardi di dollari
  10. FCA: 19,755 miliardi di dollari
  11. Ford: 12,108 miliardi di dollari
  12. Subaru: 18,422 miliardi di dollari
  13. Suzuki: 17,843 miliardi di dollari
  14. Nissan: 16,75 miliardi di dollari
  15. PSA: 14,53 miliardi di dollari

Tutte le ragioni del successo

Ma come fa, Tesla, a crescere così in fretta anche in un momento in cui la ripresa economica stenta a decollare, "ignorando" anche le ultime grane che hanno colpito Elon Musk? È merito di un approccio globale al mondo dell’auto, diverso da quanto fanno gli altri costruttori e basato sulle nuove tecnologie (è sotto gli occhi di tutti il fatto che si concentri esclusivamente sulle auto elettriche) e sui servizi accessori.

La divisione energetica di Tesla, ad esempio, sta crescendo molto velocemente, al punto che vuole diventare un vero e proprio venditore di elettricità nel Regno Unito, dove potrebbe sorgere anche una nuova Gigafactory.

E poi conta anche il fatto che continui ad incrementare l'offerta (con Model Y e, prossimamente, Roadster) e volumi, tanto che è diventata anche la prima produttrice di auto elettriche al mondo superando il colosso cinese BYD, che pure la vuole sfidare apertamente nelle berline di lusso a zero emissioni.

E poi bisognerà vedere cosa uscirà dall'atteso Battery Day: la batteria senza cobalto ormai è pronta al debutto sulla Model 3 cinese (da poco oggetto di severi crash test nel Paese), ma potrebbe arrivare anche quella da 1 milione di miglia, che se la giocherà con la nuova (e impressionante) super batteria CATL.

 

Ora arriva anche il camion

E proprio parlando di modelli e di volumi, arriva un’interessante novità. Musk ha annunciato infatti di essere pronto a far andare in produzione il Semi, il camion elettrico da anni in fase di sviluppo. La notizia, lanciata in anteprima da Reuters, è stata confermata dal numero uno di Tesla con un tweet che non lascia dubbi.

È stato proprio questo annuncio, ieri, a contribuire al salto in avanti del valore delle azioni. Al momento, infatti, il campo è ancora sgombro da concorrenti, per quanto tanti si stiamo velocemente muovendo nella stessa direzione affidandosi per i powertrain a Nikola Motor, società specializzata in propulsioni elettriche e fuel cell, che ha da poco firmato un accordo con Iveco per i camion a idrogeno.

Fotogallery: Tesla Semi