L’Alfa Romeo compie 110 anni: tanti auguri, Alfa Romeo. Nella tua lunga storia ci hai fatto sognare con modelli da sballo, successi sportivi, imprese gloriose. Ci hai fatto anche disperare, per gli anni bui, per i modelli poco riusciti, per certe speranze che sono rimaste vane.

Ma tra gli alti e bassi che fanno parte della vita di un marchio, il fascino è rimasto intatto, e non si tratta di un caso italiano: l’amore per il Biscione è universale, distribuito uniformemente tra Europa, Asia e America. E pure Australia. Ora però c'è la sfida più grande, che non si può sbagliare.

Un futuro con la scossa

L’Alfa, sinonimo di sportività, oggi raccoglie la sfida dell’elettrico. Come tutti. È una mossa necessaria, imposta dai tempi e dal progresso tecnologico, ma che non snatura per forza di cose il cuore del marchio. Anzi, potrebbe addirittura rafforzare un’identità che evolve (l’esordio nel mondo dei SUV è stato accolto con entusiasmo, ad esempio) ma che resta fedele al proprio Dna.

Oggi si parla di Tonale ibrida e di mini-Suv elettrico su base PSA, ma in passato il Biscione ha già esplorato l’elettrificazione. Più di quanto si creda.

La 33 ibrida, prima della Prius

Acquistata da Fiat nel 1986, Alfa Romeo inizia a lavorare su una serie di progetti che dovrebbero sostenere il rilancio. Tra questi, anche un’interessantissima 33 Sport Wagon ibrida. L’auto è spinta da un motore 1.5 boxer da 95 CV abbinato ad un’unità elettrica da 16 CV alimentata da batterie al Nichel-Cadmio.

All’Alfa di Arese ne costruiscono tre esemplari, che differiscono tra loro per una serie di dettagli proprio per permettere ai progettisti di valutare diverse soluzioni tecniche.

L’auto è incredibilmente efficiente per il tempo, e sarebbe potuta essere prodotta in serie con poche modifiche. Le batterie, infatti, trovano posto al posteriore, limitando un po’ la capacità di carico ma lasciando comunque ancora parecchio spazio nel baule, mentre il motore elettrico, collegato al cambio tramite cinghia dentata, resta tranquillamente all’interno del cofano motore.

Alfa 33 Sport Wagon

Zero emissioni fino a 60 km/h

La cosa più interessante è che la 33 ibrida può viaggiare anche in modalità interamente elettrica. Lo fa per 5 km in città, raggiungendo una velocità di 60 km/h prima di richiedere l’intervento del boxer.

Tutta la parte elettrica innalza in peso di 150 kg (di cui 120 di batterie) e può essere installata sulle auto senza grosse modifiche. Tanto che nelle intenzioni, Alfa punta a produrne una flotta di taxi da mandare in servizio nelle principali città italiane.

  • Peso batteria: 120 kg
  • Peso motore elettrico: 20 kg
  • Peso inverter ed elettronica di potenza: 10 kg
  • Velocità max in elettrico: 60 km/h
  • Autonomia in elettrico: 5 km

Dopo una promettente fase di sviluppo, il progetto della 33 ibrida finisce in un cassetto. Ma pensate cosa avrebbe rappresentato per Alfa Romeo oggi quel modello: sarebbe arrivato un decennio prima della Toyota Prius (di cui abbiamo ripercorso qui la ventennale storia) e sarebbe stato anche in grado di muoversi da subito a zero emissioni.

Oltre alla 33, però, c’è molto di più. Fiat, una volta acquistata Alfa Romeo, deve capire come gestire gli esuberi. Ha la brillante (senza ironia) idea, di istituire ad Arese il reparto V.a.m.i.a. (Veicoli a minimo impatto ambientale). Lo scopo è chiaro sin dal nome. Gli ingegneri del Biscione devono esplorare forme di propulsione alternativa.

Fotogallery: Fiat Cinquecento e Panda Elettra

Le Fiat elettriche (di Arese)

I progetti che la V.a.i.m.a. porta avanti sono Fiat, ma nascono in realtà da tecnici Alfa Romeo. Loro danno forma a Panda Elettra, a Cinquecento e Seicento elettriche, a Multipla Hybrid Power.  

Sono anni in cui Fiat è all’avanguardia sull’elettrificazione. Peccato che, perché un po’ troppo in anticipo sui tempi, non abbia poi sfruttato le competenze maturate in quegli anni di sperimentazione per dare vita a modelli di produzione su larga scala.

Esperimenti e divertissement

In attesa di Tonale e B-Suv, in tempi recenti sono state parecchie le Alfa Romeo elettrificate. Si è trattato per lo più di one-off, esperimenti o prototipi, che però hanno permesso di riavvicinare il marchio a concetti legati alla eMobility.

Fotogallery: Alfa Romeo Duetto elettrico

La prima che viene in mente in questo senso è l’Alfa Romeo Duetto elettrica realizzata da Garage Italia. L’auto, voluta da Lapo Elkann in persona, nasce come restomod a zero emissioni con cui l’azienda milanese punta a recuperare esemplari non marcianti dell’iconica spider.

Progetto simile è stato realizzato anche da Totem Automobili. L'azienda veneta ha presentato la straordinaria Giulia GT Electric: elaborazione da sparo sulla base della famosa sportiva degli Anni ’60. Ha 518 CV e 940 Nm di coppia e si sarebbe dovuta vedere anche all’edizione 2020 del Goodwood Festival of Speed (annullato per Coronavirus); dichiara uno 0-100 in soli 3”4 e 320 km di autonomia.

Fotogallery: Alfa Romeo Giulia GTe Electric

Due progetti con le corse nel sangue

Ci sono altre due Alfa che recentemente sono state proposte in una variante a batteria. Entrambe, tornando alle considerazioni iniziali, dimostrano come il concetto di mobilità green possa essere interpretato in modo coerente con lo stile e i valori di un brand.

Si tratta della 4C con motore elettrico Yamaha e della Giulia preparata da Rome Ferraris per il campionato ETCR (Electric Touring Car Racing).

Fotogallery: Alfa Romeo Giulia, arriva l’elettrica per correre nel campionato ETCR

Diventeranno realtà? Saranno accantonate? Non si sa, ma di certo, tutte, a modo loro, continuano ad alimentare il mito di quel marchio di fronte al quale, un personaggio come Henry Ford, si sentiva in dovere di togliersi il cappello.