Quando FCA acquistò “quote di CO2” da Tesla da più parti si sollevarono le critiche. La Casa torinese spese 1,8 miliardi di euro per comprare “crediti verdi” dalla Casa di Palo Alto, che producendo esclusivamente vetture a zero emissioni era abbondantemente in surplus. Obiettivo: pareggiare le emissioni di gas serra,rientrare nei limiti Ue ed evitare pesanti sanzioni (qui l'approfondimento su come funzionano le multe sulla CO2).
La mossa dimostra oggi di aver assolto al compito per cui era stata concepita. Guardando ai dati di vendita della prima metà del 2020, infatti, FCA risulta tra le Case in una posizione migliore rispetto alla normativa comunitaria. E l'attenzione ora, in un momento così delicato per l'industria, potrà (e dovrà) concentrarsi sulle nuove opportunità schiuse dall'elettrico.
Tra V2G e Stellantis
Il gruppo italo-americano lo sta effettivamente già facendo, con un investimento di circa 5 miliardi di euro. Lo dimostrano, oltre alla 500 elettrica, le iniziative a tema eMobility messe in campo, da ultimo il più grande impianto al mondo per il vehicle to grid di Mirafiori.
Il tutto in attesa del perfezionamento delle nozze con PSA, con il gigante Stellantis che prenderà forma entro il 2021 portando con sé con importanti opportunità tanto per le piattaforme elettriche che per le batterie. Il che lascia sperare che per il futuro si potranno liberare le risorse versate a Tesla per concentrarsi sullo sviluppo della gamma.
Il club dei green
Nella stessa situazione di FCA in termini compliance alla normativa Ue si trovano BMW, Volvo e PSA, ma anche gli altri costruttori sembrano sulla strada giusta. Renault, Nissan, Ford e il pool Toyota-Mazda sono sopra di 2 grammi/km di CO2 di media, mentre Volkswagen, Hyundai-Kia, Mercedes e Jaguar-Land Rover risultano leggermente più indietro.

È vero però che con l’arrivo di modelli elettrici o ibridi molti costruttori recupereranno terreno in fretta. Un esempio è la gamma PHEV di Mercedes - che ha dato avvio anche ad un massiccio piano di sviluppo elettrico - o anche la ID.3 di Volkswagen, già protagonista del mercato con ottimi risultati.
Il futuro del mercato
Proprio la normativa antinquinamento sembra essere il principale volano della mobilità elettrica. Le vendite di auto a batteria sono aumentate sensibilmente e la categoria è passata dal 3% al 10% in un anno e arriverà nel 2021 ad occupare il 15% del totale.
La crescita, secondo un report firmato da Transport & Enviroment, sarà però destinata a rallentare nei prossimi 5 anni. Nel 2025 le vendite di auto elettriche arriveranno a non più del 20% di share.

Per accelerare nuovamente l'espansione del comparto, secondo Transport & Enviroment, l'Europa dovrebbe quindi rafforzare ulteriormente le misure finalizzate ad abbassare le emissioni delle nuove auto.
Una stretta che nel frattempo viene portata avanti dai singoli Paesi, inclusa l'Italia, che proprio ieri ha aperto ufficialmente la discussione sul possibile blocco delle vendite delle auto benzina, diesel e full hybrid dal 2035.