Ford, Volvo e ora anche Toyota. Il costruttore giapponese si aggiunge alla lista degli alleati di Redwood Materials, la società nata dalla mente di JB Straubel, già cofondatore di Tesla. Insieme, la divisione nordamericana della Casa nipponica e la startup creeranno un “ecosistema” delle batterie ricavate da veicoli ibridi elettrificati.

Un vero e proprio “circuito chiuso”, come lo definiscono le due aziende, che andrà dalla raccolta degli accumulatori a fine primo ciclo e arriverà al recupero dei materiali riutilizzabili, passando attraverso la rigenerazione.

Serbatoio California

Inizialmente, i partner si concentreranno sui test e il riciclo delle batterie delle prime auto elettrificate, come la capostipite Toyota Prius - il cui primo modello è sceso in strada ormai da molti anni - creando dei percorsi specifici per trattare queste vetture a fine vita. Poi passeranno agli screening sullo stato di salute degli accumulatori e sulla gestione dati, ma anche alla rigenerazione e alla fornitura di nuovi materiali.

Cuore pulsante delle operazioni sarà il Northern Nevada Battery Materials Campus da 175 acri, che sorge vicino al più grande mercato per auto elettriche nel Nuovo Continente: la California, pronta a dire addio alla vendita di motori endotermici dal 2035 e, perciò, fonte di tante batterie che si preparano alla “second life”. Un settore, questo, in cui l’Italia vorrebbe un ruolo importante in Europa.

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I numeri di Redwood

Alla fine, così come per Ford e Volvo, le batterie che nasceranno verranno montate sulle auto elettriche Toyota del futuro. Nell’annunciare la partnership con la Casa asiatica, Redwood Materials riporta anche un po’ di dati, che danno una panoramica delle sue attività:

“Oggi riceviamo più di 6 GWh di batterie fuori uso all’anno per il riciclo, che vengono poi raffinate e rigenerate in materiali critici per accumulatori. Porteremo la produzione di componenti anodici e catodici negli Stati Uniti a 100 GWh annui entro il 2025, abbastanza per produrre più di 1 milione di veicoli elettrici all’anno, e poi salire a 500 GWh, sufficienti per 5 milioni di veicoli elettrici all’anno, entro il 2030”.