Tutte le strade portano a Roma. E, nel caso della mobilità elettrica, da oggi la massima storica ha una sua cognizione. Ionity ha ufficialmente attivato e inaugurato il suo primo hub di Roma Nord, dotato di sei stalli ultra-fast da 350 kW, sfruttando un "luogo di destinazione", un albergo.

E, al netto della cronaca, l'indotto che potenzialmente si può sviluppare deve essere valutato con attenzione, a cominciare da una semplice domanda: "A cosa mi serve avere una ricarica ultra-fast in un albergo e non solo in un'area di sosta?".

In Italia si viaggia su gomma

Andiamo con ordine, partendo dal preambolo: l'Italia è una penisola lunga e stretta, dove il 79,7% dei viaggi viene effettuato su gomma (fonte Ispra). È storicamente meta turistica (e anche questa non è una notizia) nel senso più puro del termine, non fosse che gli stessi visitatori stranieri europei prediligono muoversi nel nostro territorio per diletto (56,9%, fonte Ispra).

Un'inerzia dunque, che difficilmente può essere cambiata, e su cui bisogna riflettere, tenendo a mente che sì, nei nostri confini il mercato dell'elettrico è in calo per cause contingenti - situazione economica attuale, costo iniziale delle auto elevato -, ma anche per un approccio divisivo tra entusiasti e disfattisti. Le diffidenze sono comprensibili effettivamente.

L'elettrico non è per tutti, come abbiamo spiegato. C'è però elettrico ed elettrico, con le proprie necessità e le proprie conseguenze.

Foto - Stazione di ricarica Ionity Fiano Romano

Sei stalli sono stati attivati nella stazione di ricarica Ionity

La logica di... servizio

Nei corridoi stradali e autostradali serve offrire un servizio veloce di sosta che l'automobilista pro-termico recrimina all'elettrico nel nome della cosiddetta "ansia da ricarica". È per questo che - ad oggi - il processo di sviluppo si è legato quasi esclusivamente alle aree di sosta. Della serie "mi fermo, ricarico, riparto".

Giusto certo, ma una volta a destinazione, la questione si ripropone: dove carico la mia vettura? Devo trovare uno stallo? Se gli stalli sono limitati (e oggi è ancora questione aperta), quanto dovrò aspettare? Se la struttura alberghiera ha colonnine in corrente alternata, è verosimile che il mio turno non giunga mai. Ed ecco il burnout e la sopraggiunta - anche comprensibile - ansia elettrica.

Il cliente di oggi e ancor di più quello di domani desidera viaggiare in maniera sostenibile. E questo è solo uno dei motivi che dimostra come la ricarica presso le strutture ricettive possa da un lato soddisfare le esigenze di una clientela sempre più attenta, dall’altro contribuire ad attrarre nuovi clienti e a promuovere il business per il settore alberghiero.” - Daniele Invernizzi, Presidente di Fondazione eV-Now! per la mobilità elettrica. 

L'uovo di Colombo, nemmeno troppo sorprendente, è quello di inserire stalli di ricarica ultra-fast in un contesto alberghiero, sia che questo sia destinazione finale - per non creare proprio quel classico collo di bottiglia futuro con più ospiti dato da stalli in AC -, sia che questa possa essere zona di sosta intermedia per un'ulteriore destinazione finale.

Un albergo offre spazi comuni, un bar aperto h24, un ristorante... insomma, dei servizi più ampi per turismo e business. E questo comporta dunque un indotto su più livelli, sia per il consumatore che tra vari realtà di business.

Perché i terreni sono ceduti in leasing dal gestore del servizio all'hotel, che in cambio ha però uno strumento interessante per aziende vicine che possono sviluppare la propria flotta elettrica, tanto per fare un esempio.

“La presenza di una stazione Ionity presso un hotel permette alla struttura di aprire nuovi flussi di entrate attraverso il leasing immobiliare a lungo termine delle aree che ospitano le stazioni di ricarica, e grazie all’assistenza clienti offerta da Ionity e operativa 24/7, il personale dell'hotel non dovrà occuparsi della gestione delle stazioni di ricarica e/o del servizio di ricarica da queste erogato” Elena Airoldi, Country Manager Italia di Ionity. 

Certificazioni e sostenibilità

La questione e la visione sono più ampie in realtà: l'hotel potrà essere utilizzato come meta, diventare appetibile se legato a certificazioni in merito, alla stregua di una Guida Michelin per un servizio verso il cliente.

Un circolo virtuoso dunque, legato anche al concetto di energia. Ionity infatti acquista solo energia certificata, e tale utilizzo - dunque la richiesta di energia verde - aumenta di conseguenza l'offerta. È un qualcosa che - non a caso, sempre lei - la stessa Tesla ha già sviluppato. 

È chiaro che - tra l'auspicabile, il realizzabile e il realizzato - la fotografia è differente. In Itaia a oggi ci sono 25 stazioni Ionity attive, oltre a ulteriori 7 in costruzione. Sono sufficienti? Verosimilmente ancora no, ma si tratta di un processo in divenire, e Roma - a oggi - non aveva ancora un suo snodo: chi veniva da nord, aveva necessità di fermarsi a Grosseto o ad Arezzo per giungere nel centro Italia con tranquillità, oppure per spingersi più a sud. Roma dunque è un tassello fondamentale della rete.

Foto - Stazione di ricarica Ionity Fiano Romano

La potenza massima di carica è pari a 350 kW

Un tassello in un mondo - la mobilità elettrica - fatto di diversi attori: la rete ne è uno, ma anche l'industria dell'automotive deve fare la sua parte con vetture sempre più efficienti e - soprattutto - comunicanti con l'infrastruttura.

Ed in questo, l'abilitazione al plug and charge (già presente con le reti Tesla) permetterà un'esperienza sempre più immediata per far si che l'elettrico diventi sempre più accessibile e immediato, vero obiettivo in relazione a un cammino spinto sì dalla politica europea, ma anche dall'industria stessa.

Un obiettivo che potrà diventare progresso - prendendo in prestito le parole di Henry Ford - solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti.