Per uscire dai guai, Northvolt spera di sfruttare una figura d’esperienza come Adrian Clarke. È il ceo della società Novo Energy, joint venture realizzata proprio da Northvolt e da Volvo, che dovrebbe iniziare a produrre batterie nel 2026.

Clake in passato ha lavorato a progettazione, costruzione e gestione delle Gigafactory della Casa americana Tesla e ha anche guidato l’espansione di Elon Musk e soci in Asia prima e in Europa poi.

Una Gigafactory rivoluzionaria

Clarke, arrivano in Novo nel 2022, ha fatto sapere di essere al lavoro su processi produttivi rivoluzionari, che renderanno la Gigafactory attualmente in costruzione una delle fabbriche più avanzate e innovative al mondo.

 

“Prima di tutto stiamo costruendo gli edifici con il legno – ha dichiarato –. Lo stiamo utilizzando al posto dell’acciaio e abbiamo raggiunto livelli di integrazione mai visti”. Ma andando oltre gli immobili, il grosso dell’innovazione si concentra sui processi produttivi delle celle.

“Gli ingegneri che progettano le celle devono parlarsi continuamente con quelli che organizzano gli spazi dello stabilimento – ha aggiunto Clarke –. In questo modo si raggiungono livelli di efficienza mai visti e si contengono anche i costi”.

Tesla è sempre stata un’azienda pioniera per l’attenzione prestata a questi aspetti di un sito produttivo e, come ha più volte dichiarato Elon Musk, è costantemente concentrata sull’implementazione di metodi e procedure. È con questa analisi maniacale a ogni aspetto del lavoro che la Casa riesce a costruire auto elettriche più velocemente della concorrenza e a prezzi più bassi, anche se questi ripensamenti, a volte, portano a decisioni drastiche come il licenziamento di interi team di lavoro.

Un modello da replicare

Tornando a Novo Energy, la nuova Gigafactory sorgerà a circa 200 metri di distanza dalla fabbrica Volvo di Torsalnda, vicino a Goteborg, e sarà perfettamente integrata nel resto del distretto industriale.

Con tutte le innovazioni che introdurrà, potrà essere considerata una sorta di impianto-laboratorio che permetterà di adottare gli stessi standard anche alle altre fabbriche di Northvolt, che in questo momento si trova nella scomoda posizione di dover rivedere i propri piani di crescita per tenere i conti in ordine e rispondere prontamente alle mutate condizioni del mercato.