“La tecnologia è pronta e l’infrastruttura sta crescendo, ma ora la velocità della transizione deve accelerare ancora”. Parole chiare, che potrebbero essere state pronunciate da qualsiasi sostenitore della mobilità elettrica.

E invece no, perché a metterle nero su bianco è stata Sinead Lynch, numero uno per il Regno Unito del colosso del petrolio Shell. Un’esternazione netta, che risponde implicitamente a chi vorrebbe combattere ancora una battaglia di retroguardia contro il processo di elettrificazione dei trasporti, che come stimato da BloombergNEF avrà un impatto molto importante sulla domanda di greggio. Ma la manager è anche andata oltre.

Il divieto per le termiche

In un post pubblicato su LinkedIn, in particolare, Lynch ha toccato il tema del divieto di vendita per le auto termiche che si sta concretizzando nel Regno Unito, indicato in un primo momento per il 2035, anche se ora la tentazione è di anticipare al 2032. La sorpresa? Per il capo di Shell UK, con un adeguato inquadramento normativo si potrebbe addirittura anticipare il “ban” al 2030.

“Siamo convinti che con una politica intelligente e i giusti incentivi il Regno Unito possa fare questo passo nel 2030 e raggiungere nel 2050 il target dell’impatto climatico zero”, sostiene Lynch, riportando anche dati molto interessanti emersi da un sondaggio condotto proprio da Shell: “Il 70% degli inglesi è pronto a considerare l’acquisto di un’auto elettrica, ma di questi l’80% dice afferma di essere frenato dal costo dei veicoli”.

L'importanza degli incentivi

“La buona notizia è che la tecnologia delle batterie ha mostrato dei passi avanti notevoli nell’ultimo decennio e possiamo aspettarci che questo trend continui ad abbassare i costi per gli automobilisti”, insiste la manager, “ma restano ancora alcune barriere da abbattere”.

Il discorso di Lynch si concentra quindi sul Regno Unito, con considerazioni che però restano valide dappertutto. “Il Governo deve continuare a garantire incentivi che aiutino i consumatori a passare all’elettrico”, sottolinea la manager citando in questo senso il successo delle politiche norvegesi.

Un tema, quello degli incentivi, di cui si parla moltissimo anche in Italia, grazie al nuovo ecobonus fino a 10.000 euro per le auto elettriche. E a questo proposito, al di qua della Manica, le "letture consigliate" per chi è interessato all'elettrico sono due:

Il nodo ricariche

Ma c’è anche il capitolo ricariche, su cui la stessa Shell è sempre più attiva in un’ottica di riconversione industriale, che passa anche dalla controllata NewMotion“Gli automobilisti devono essere rassicurati sulla possibilità di poter ricaricare dove gli è più comodo, senza dover interrompere i propri viaggi”, incalza Lynch, “anche se la gran parte delle ricariche avverrà a casa o al lavoro, c’è sempre più bisogno di colonnine ad alta potenza nei piazzali dei benzinai (e qui anche in Italia ci sono importanti novità, ndr) e in altri luoghi pubblici”.

Ancora parole che sembrerebbero uscite dalla bocca di un qualunque supporter della mobilità elettrica. Eppure non è così ed è il segno che la situazione sta cambiando molto più velocemente di quanto creda qualcuno.