È uno dei dibattiti più accesi all'interno del panorama a zero emissioni: quali sono le prospettive delle auto fuel cell? Un discorso ampio, con opinioni spesso polarizzate.

Stavolta però, invece di guardare al futuro, vogliamo dare un occhio al passato, per ricostruire un po' la storia dei primi veicoli a idrogeno, che parte molto prima di quanto si possa pensare. Con uno snodo particolarmente curioso negli anni '60: l'Electrovan di General Motors. 

Storia veloce

È vero, la prima "vera" auto fuel cell messa in vendita è stata la Hyundai Tucson FCEV nel 2013, ma il primissimo concept ad idrogeno risalirebbe a molto tempo prima.

Nel 1807, infatti, l'inventore Francois Isaac de Rivaz progettò il primissimo prototipo a 4 ruote alimentato a idrogeno e ossigeno gassoso. Circa cinquant'anni dopo, nel 1860, giunse il 3 ruote hippomobile con un cilindro 2 tempi a idrogeno creato per l'auto dall'elettrolisi dell'acqua e il gas si indirizzava verso il motore orizzontale.

Nel 1933 giunse il primo camion, ad opera della società elettrica Norsk Hydro mentre nel 1959, ecco il primo trattore agricolo ad opera di Harry Karl Ihrig. Sette anni più tardi, arrivò una piccola rivoluzione, la prima automobile FCV per passeggeri: l'Electrovan di General Motors.

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Il primo van a idrogeno

Nonostante la sua carrozzeria, l'Electrovan era un mezzo con pochissima capacità di carico, con il piano posteriore completamente occupato dai serbatoi di idrogeno e ossigeno, ma anche dal sistema di celle a combustibile, composto da 32 moduli. C'è da dire però che per l'epoca era una tecnologia straordinariamente avanzata.

Le celle riuscivano a fornire potenza continua a 32 kW con picchi fino a 160 kW, consentendo al furgone di scattare a 100 km/h in 30 secondi e raggiungere la velocità massima di 70 miglia, circa 112 chilometri orari. Inoltre aveva una autonomia tra i 200 ed i 240 chilometri.

Concept rimasto tale

Una storia particolare, che non ebbe però seguito. GM non mise mai in vendita l'Electrovan. Il costo e la complessità portarono la Casa ad abbandonare il progetto e scartare il prototipo poco tempo dopo l'unveiling al pubblico in qualità di concept.

Era evidentemente troppo presto e in aggiunta ai costi c'era anche la questione peso, con ben 3,2 tonnellate sulla bilancia. 

Ai tempi, la cella a combustibile richiedeva platino, metallo estremamente costoso. Inoltre, tutto il veicolo risultò un po' troppo pesante e sgraziato, con 3,2 tonnellate sulla bilancia. Un progetto rimasto tale, precorritore diretto però delle attuali auto ad idrogeno presenti sul mercato.