È dal 1999 che SAE International, l’associazione degli ingegneri dell’automotive, lavora sulla definizione degli standard di sicurezza delle batterie per le auto elettriche e ibride. Già 22 anni fa, infatti, quando le elettriche praticamente non esistevano e tra le ibride c’era solo la Toyota Prius, l’industria delle quattro ruote sentì il bisogno di prendere in considerazione la questione.

Esprimendosi sulla faccenda, la SAE rilasciò un documento dal nome molto esplicativo: Electric and Hybrid Vehicle Rechargeable Energy Storage System Safety and Abuse Testing. Tradotto: La sicurezza e la sperimentazione intensiva di sistemi di accumulo di energia ricaricabili per veicoli elettrici e ibridi. Per fare in fretta, al documento è stata data la sigla SAE J2464. Il SAE J2464 è stato aggiornato spesso in questi anni, sempre per adeguare certe misurazioni e certe analisi all'evoluzione delle batterie. Ed è stato aggiornato l'ultima volta da poco.

Cosa dice

L'ultima versione del J2464 prevede un insieme di prove che possono essere utilizzate per i test sull’abuso termico dei pacchi batteria dei veicoli elettrici o ibridi. L’obiettivo è determinare la risposta dei sistemi di stoccaggio di energia a condizioni o di fronte a eventi che sono al di là delle loro normali condizioni operative.

Le procedure che testano lo stress termico previste dal documento sono programmate per analizzare e comprendere la reazione di diverse parti del veicolo e dei suoi dispositivi di stoccaggio, comprese le singole celle, i moduli o l’intero pacco batteria, quando si lavora ad alte temperature. La procedura è applicabile soprattutto ai veicoli con pacchi batteria dotati di potenziali elettrici superiori a 60 volt.

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Un passo in avanti per l’elettrificazione

Bob Galyen, presidente del SAE Vehicle Battery Standards Steering Committee, ha dichiarato: "Di fronte all’avanzamento sempre più rapido dell'elettrificazione, il SAE J2464 vuole essere un mezzo importante per stabilire la sicurezza e l’efficacia delle batterie, anche quando vengono utilizzate oltre i limiti per cui sono state progettate”.

L’arrivo del nuovo test è dunque dettato da una necessità storica: rendere sempre più sicure le auto elettriche, le sole che saranno autorizzate a circolare in un futuro neanche troppo remoto. Galyen ha poi aggiunto: “La nuova versione di questo protocollo permetterà di adeguare le procedure di valutazione agli attuali standard tecnologici per essere sempre al passo con l’evoluzione del settore della mobilità e coi suoi progressi negli anni a venire”.