Quando si parla di auto elettriche, il primo nome che viene in mente è quasi sempre quello di Tesla. Pioniera della mobilità a batteria, la Casa di Elon Musk può godere ancora oggi della rendita guadagnata sul campo nel corso degli anni. Ma l’elettrificazione corre e i due competitor più grandi (letteralmente) non stanno a guardare.

Uno in particolare ha messo nel mirino da tempo Palo Alto: parliamo di Volkswagen, lanciata come pochi altri sull’elettrificazione. E alla gara si è aggiunta prepotentemente Toyota. A distanza di cinque giorni l’uno dall’altro, i due costruttori hanno annunciato a dicembre imponenti piani sull’auto elettrica, per un totale di oltre 150 miliardi di euro. Ecco come si stanno muovendo per cancellare il vantaggio competitivo accumulato nel tempo da Tesla.

Qui Volkswagen

Di Wolfsburg si può dire che abbia sferrato un assalto completo a Tesla. Da quando Diess è al timone, pur con le turbolenze dell’ultimo periodo che lo hanno colpito in prima persona, la Casa si è tuffata a capofitto nell’elettrificazione. Solo l’anno scorso, il Gruppo ha rivelato le sue strategie in ben tre occasioni: il Power DayNew Auto e Planning Round 70.

Lo stesso ceo di VW ha spesso elogiato pubblicamente Elon Musk. L’ultima volta a ottobre, durante una conferenza con i manager della Casa, chiamati a raccolta anche per essere motivati e seguirne l’esempio.

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Se l’incursione di Volkswagen nel mercato dell’auto elettrica era partita con modelli premium come l’Audi e-tron e la Porsche Taycan, i piani di massa sono entrati nel vivo con l’uscita della berlina ID.3 e del SUV ID.4 (linkate trovate le nostre prove complete), entrambe decisamente più alla portata del grande pubblico.

Questi due veicoli sono pensati per rappresentare la base di una grande espansione: non solo metaforicamente, ma anche letteralmente, perché la piattaforma su cui appoggiano dovrà “sostenere” la bellezza di quasi 30 modelli complessivi.

Per portare avanti tutti questi progetti di espansione, i tedeschi stanno costruendo sei nuove gigafactory in Europa e hanno avviato la produzione in altri due stabilimenti, più quello a Chattanooga, negli Stati Uniti. “La nostra trasformazione sarà rapida – aveva gonfiato il petto Diess –, più grande di qualsiasi cosa l’industria abbia visto nel secolo scorso”.

Qui Toyota

Poi c’è Toyota. Il colosso giapponese ha tradizionalmente guardato con più prudenza all’elettrico. Anche con un certo scetticismo, facendosi capofila dei sostenitori dell’auto a idrogeno (fuel cell, ma anche con l’idrogeno “bruciato” come benzina). Una tecnologia che pur in questa fase di avvicinamento all’auto a batteria non intende assolutamente abbandonare. Perché, come sostiene il ceo Akio Toyoda, andando “verso l’incertezza, ciò di cui abbiamo bisogno sono soluzioni diverse”, senza “legarci a una sola opzione”.

Accanto all’idrogeno, però, adesso Toyota ha iniziato a muovere grandi passi sul full electric, annunciando in pompa magna a dicembre una strategia decisamente ambiziosa.

Gamma Toyota EV

Con un investimento da oltre 60 miliardi di euro in otto anni, Toyota punta a offrire una gamma di 30 auto elettriche entro la fine del decennio, con l’obiettivo di raggiungere 3,5 milioni di vendite nello stesso periodo. Dal canto suo, Lexus venderà solo vetture a batteria dal 2030. La nuova generazione di elettriche della Casa debutterà con il SUV bZ4X.

Sorpasso possibile

Tutte queste mosse premieranno le due Case? Anna-Marie Baisden, capo della ricerca automobilistica per l’agenzia di rating Fitch Solutions, è convinta di sì, perché “questi investimenti così ingenti metteranno Toyota e Volkswagen in una posizione migliore per competere con gli specialisti dei veicoli elettrici”.

“Abbiamo a lungo sostenuto – continua – che le Case auto più tradizionali avranno alcuni vantaggi rispetto ai nuovi arrivati, come la scalabilità, l’esperienza di produzione e la fedeltà del pubblico al marchio”.

Tesla Model 3 Supercharging a 250 kW presso la stazione V3 di Pechino, Cina

Il plus di Tesla

C’è però un punto su cui Tesla sembra davanti a tutti e che va oltre la conversione delle linee di assemblaggio: il software, perfettamente integrato con le vetture e la rete di ricarica proprietaria. Uno dei più grandi vanti di Elon Musk.

E poi l’eccentrico ceo non rimane ovviamente fermo. Con le Gigafactory a Berlino e Austin ormai pronte a dare il loro contributo alla causa, lo stabilimento a Shanghai sarà protagonista di un piano d’espansione per raddoppiare la produzione attuale di 450.000 auto all’anno, da esportare fuori dall’Asia. La corsa è lunga, seguirla sarà estremamente avvincente.