Durante l’evento “New Auto” con cui Volkswagen ha presentato la strategia che la porterà verso la prossima generazione di veicoli, il gruppo tedesco ha affermato che punta a diventare il primo produttore mondiale di auto elettriche entro il 2023. Tesla permettendo, naturalmente. I tedeschi sono già leader in l’Europa, ma a livello mondiale inseguono Elon Musk e soci, lanciatissimi a suon di record trimestrali.

Qualcuno era convinto che il sorpasso di Volkswagen su Tesla sulle vendite di auto elettriche sarebbe arrivato in tempi molto brevi. Si era parlato di 2022 e, in certi casi più ottimistici, addirittura di 2021. Nel Vecchio Continente, come detto, VW è già in testa, ma a livello globalea che punto siamo? A Wolfsburg l'anno cerchiato di rotto è il 2023. Ma vediamo nel dettaglio i piani delle due Case. 

La capacità produttiva

Il primo elemento che rende il gruppo tedesco più forte di Tesla riguarda i volumi di produzione. Volkswagen sforna oltre 10 milioni di auto all'anno, ha stabilimenti in tutto il mondo, una struttura solida e una rete di fornitori articolata. Deve passare da un modo tradizionale di fare auto a un modo nuovo, convertendo tutti i processi per l’elettrico. Ma una volta fatto, potrà contare su una maggiore potenza di fuoco.

Volkswagen, inoltre, è molto impegnata anche sul fronte batterie, collabora in modo stretto con Northvolt e QuantumScape, realtà che operano rispettivamente nel settore degli ioni di litio tradizionali e dello stato solido, e si appresta a costruire una serie di Gigafactory da qui al 2030, sei delle quali avranno sede in Europa (con una capacità produttiva complessiva di 240 GWh).

Volkswagen ID.1

I nuovi modelli in arrivo

Volkswagen, inoltre è proprietaria di numerosi brand. Questo offre due vantaggi: migliori economie di scala e la possibilità di proporre un’offerta più varia. Basti dire che il gruppo ha intenzione di produrre oltre 70 modelli a zero emissioni da qui al 2030. Lo farà puntando su Volkswagen, Seat, Skoda, Audi e su tutti gli altri marchi, inclusi quelli di nicchia. Per quanto Tesla allarghi il listino, difficilmente arriverà a tanto.

Tra i modelli più significativi, almeno in termini di volumi, Volkswagen comincerà nei prossimi anni a proporre quelli dal prezzo ridotto. Si tratta della citycar e del city-SUV, attualmente individuati con le sigle provvisorie di ID.1 e ID.2, che dovrebbero costare meno di 25.000 euro. Anche questi saranno declinati in varianti di diversi marchi (principalmente Seat e Skoda) e garantiranno una forte accelerazione per il gruppo nell’espansione verso le zero emissioni. Senza dimenticare la piattaforma SSP.

SEAT urban ev 2025

La ricarica ultra fast

Di ieri l’annuncio che Volkswagen si allea con Enel X per creare in Italia una rete di ricarica ad alta potenza in città e sulle principali vie di comunicazione. La nuova joint venture porterà ad installare oltre 3.000 punti di ricarica a 350 kW dislocati in 700 stazioni.

Si tratta di un incredibile passo in avanti che emula quanto avvenuto negli States con Electrify America e che si allargherà con diversi partner in tutta Europa, portando il gruppo tedesco ad avere un’infrastruttura di primissimo ordine. Magari in grado di competere con i Supercharger Tesla, da sempre uno dei maggiori punti di forza per la Casa di Palo Alto.

La “risposta” di Tesla

Elon Musk sa benissimo che non deve guardarsi solo da Volkswagen. Ha intrapreso la strada dell’elettrico prima di altri, sfruttando tutte le opportunità offerte dalla transizione energetica, ma con l’intero mondo dell’auto in fermento nei confronti delle zero emissioni deve confrontarsi con più di un concorrente. Dalle startup come Rivian e Lucid ai brand premium come BMW e Mercedes a Stellantis, Renault e Hyunai-Kia. Però, Musk non cederà lo scettro tanto facilmente, e non solo perché è una persona molto competitiva.

Tesla Giga Press a Shangai

L’ecosistema complesso

Tesla è giovane, ma è partita fin da subito nel produrre solo auto a batteria e ha sviluppato competenze che le Case tradizionali sta affinando solo in questi anni. Non solo: giocando d’anticipo, ha anche siglato accordi vantaggiosi per la fornitura di batterie, si è impegnata direttamente nell’industria mineraria e si è cimentata anche in una serie di attività “di contorno” come la produzione di energia da fonti rinnovabili e di accumulatori su varia scala. Tutte cose che tornano estremamente utili ora che l’auto elettrica sta diventando l’oggetto trainante della transizione energetica.

E poi c’è la rete di Supercharger, che si sta ampliando molto velocemente (in Italia si è superata quota 400 colonnine) e che offre una sicurezza agli automobilisti che hanno scelto una vettura del brand californiano che altre Case non riescono ancora a dare.

Tesla Supercharger

L’innovazione a tutti i costi

Tesla è sinonimo di modernità. Elon Musk spinge costantemente i limiti e presenta tecnologie inedite a ritmi davvero incalzanti. Anche perché innova in ogni campo. Partiamo dalla produzione. Primo al mondo a introdurre la piattaforma skateboard, è prossimo a passare a un nuovo pianale con batterie strutturali. E di nuovo, la concorrenza dovrà inseguire. E poi ci sono le Giga Press, che rendono la produzione delle auto più veloce e più economica.

Per quanto riguarda la tecnologia, inoltre, Tesla non è seconda a nessuno né per quanto riguarda la guida autonoma né per quanto riguarda l’infotainment. Sotto il primo aspetto, la Casa ha da tempo immemore l’Autopilot sulle proprie auto e ora si appresta a introdurre il Full Self Driving.

Sotto il secondo, per far capire quanto si stia spingendo oltre basti dire che sarà il primo ad usare chip superevoluti provenienti da Samsung e schede grafiche con potenza di calcolo pari a quelle di una consolle di nuova generazione. A tutto questo aggiungete gli aggiornamenti over-the-air, un grande classico di Elon Musk, e capirete perché per tanti auto elettrica e Tesla sono praticamente sinonimi.

2021 Tesla Model S interno

Le low cost

Parliamo ora di modelli. Tesla è partita con quelli più costosi, che le hanno garantito maggiori margini e la possibilità di affinare linee e processi su numeri più bassi. Nel 2017 ha presentato la Model 3 e nel 2020 la Model Y, vetture con cui ha aumentato enormemente le vendite. Contestualmente all’arrivo di queste due auto ha costruito fabbriche, anche fuori dagli Usa, e ha avviato una strategia espansionistica che sta portando la Casa a produrre sempre di più e sempre più in fretta.

La prossima mossa, Cybertruck e Roadster a parte, sarà quella della berlina low cost, un’auto che dovrebbe arrivare a costare circa 20-25.000 dollari e che renderà l’universo Tesla accessibile a tanti che ancora una Tesla non se la possono permettere. Sarà una? Saranno due? Non è ancora chiaro, forse neanche allo stesso consiglio di amministrazione. Ma arriverà nel 2023 o nel 2024 e sarà un modello con cui tutti dovranno fare i conti.

Tesla Model 2 rendering

Cosa dicono i dati

Fino a qui, abbiamo parlato di cosa si preparano a fare Volkswagen e Tesla nel presente e nel futuro. Ma cosa dicono i dati raccolti fino ad oggi? Si sa che la Model 3 è l’auto elettrica più venduta della storia e che nel 2020 Tesla ha raggiunto il mezzo milione di auto vendute mentre Volkswagen (guardando alle sole elettriche chiaramente) si è fermata a 220.000.

Nel 2021 Tesla ha proseguito in crescendo, stabilendo nell’ultimo trimestre il record delle 200.000 unità. Volkswagen ha chiuso il primo trimestre del 2021 a circa 60.000 elettriche. Nel secondo trimestre ha fatto meglio, ma per superare i numeri di Tesla oltre alle elettriche pure deve sommare anche le ibride plug-in.

Production of Volkswagen ID.3 at Zwickau plant to start in November 2019

In proiezione, gli analisti credono che Elon Musk possa chiudere l’anno arrivando a sfiorare quota un milione di auto vendute grazie all’accelerazione che subirà la produzione verso la fine del 2021, con l’apertura della Gigafactory Berlino. Nella peggiore delle ipotesi potrebbe arrivare a 900.000 unità circa. Volkswagen stima di toccare quota 450.000 elettriche pure entro la fine dell’anno. Per entrambe si parla insomma di una crescita del 50% rispetto al 2020, ma la leadership, per ora, non sembra in discussione.