CATL alla conquista dell’America. Il colosso cinese delle batterie, primo produttore al mondo in questo campo, sta valutando la costruzione di ben due gigafactory in Messico per poter rifornire adeguatamente alcuni clienti come Tesla e Ford.
Tra le città che sono prese in considerazione per i nuovi impianti Ciudad Juarez, nello Stato di Chihuahua, e Saltillo, a Coahuila. Le due località sarebbero in pole position su altre alternative principalmente per la loro vicinanza al confine con gli Stati Uniti.
Un affare da 5 miliardi di dollari
Per dare seguito alla costruzione delle due nuove fabbriche di batterie, CATL avrebbe messo in conto un investimento di circa 5 miliardi di dollari, come riporta Bloomberg citando fonti vicine all'operazione.
Tra i nodi da sciogliere ci sarebbero però quelli legati alle politiche statunitensi per la lotta all’importazione di droga e all’immigrazione. I tanti controlli alla frontiera hanno finito per rallentare di molto i traffici commerciali, creando un danno alla sola economia del Texas stimato in addirittura 4 miliardi di dollari. Per questo, CATL potrebbe anche valutare la costruzione di una fabbrica in Messico e di una fabbrica negli Usa.

Nello specifico, CATL potrebbe produrre le celle da una parte del confine e poi spedirle a nord per costruire i pacchi batteria veri e propri. Se prendesse questa decisione, potrebbe anche usare come base negli States lo stabilimento che ha acquistato nel 2020 in Kentucky.
Si punta a 80 GWh all’anno
Con questo progetto, CATL vorrebbe arrivare a produrre 80 GWh di batterie all’anno. Sarebbero sufficienti a soddisfare proprio le richieste di Tesla (che si concentrerebbe sulle celle LFP) e Ford, che potrebbe anche entrare in possesso così della nuova batteria Qilin. Le due Case, però, non hanno voluto per il momento commentare.
CATL, che ad oggi detiene oltre il 30% del mercato delle batterie agli ioni di litio, sta lavorando su più fronti per mantenere la leadership e difendersi dalla concorrenza. Con l’operazione nord americana compierebbe un passo importante in questo senso, considerando anche gli sforzi che l’amministrazione Biden sta sostenendo per ridurre la dipendenza degli Stati Uniti dalle aziende cinesi.