Batterie, batterie e ancora batterie. In un mondo in cui la transizione energetica sembra il motore di tutto (basti vedere la mole dei nuovi investimenti elettrici di Volkswagen in Cina), se non ti garantisci la giusta fornitura di celle agli ioni di litio non sei competitivo.
Così, a sorpresa, subito dopo lo scoppiettante Battery Day (che però non è piaciuto troppo agli azionisti) Tesla fa due mosse che lasciano spiazzati un po’ tutti. La prima riguarda la compagnia mineraria Piedmont Lithium. La seconda la volontà di entrare nel capitale azionario di LG Chem.
Il litio del North Carolina
Andiamo con ordine. La Piedmont Lithium, per quanto il nome indichi il contrario, non ha niente a che fare con il Piemonte. Si tratta di una giovane compagnia mineraria con sede in Australia che è specializzata nell’estrazione di litio e che sta avviando un interessante progetto in North Carolina.
Occasione troppo ghiotta per Elon Musk, che ha subito deciso di firmare un accordo quinquennale che garantisce a Tesla 160.000 tonnellate all’anno del prezioso metallo (circa un terzo di tutto quello che sarà estratto).

Le consegne, stando a quanto pattuito dalle parti, inizieranno tra il luglio 2022 e il 2023. Il progetto, infatti, è ancora in fase di preparazione e necessita di ulteriori investimenti prima di poter essere avviato.
La mossa di Tesla, che si affianca alla concessione mineraria ottenuta "in prima persona" per l’estrazione di litio in Nevada e alla trattativa con la canadese Giga Metals, ha portato enormi benefici alla Piedmont Lithium, le cui azioni sono cresciute del 200% in un giorno.
Musk punta al 10% di LG Chem
Ma se da una parte Tesla si garantisce approvvigionamenti per la produzione in proprio di batterie, dall’altra continua a lavorare per accaparrarsi un vantaggio con i fornitori esterni. Per questo sarebbe interessata ad acquistare una quota di LG Chem.
Almeno, questo è quello che riporta il Korea Times, che afferma che il colosso coreano stia valutando di scorporare la divisione delle batterie LG Energy Solution (impegnata tra l'altro nelle sperimentazioni sulle batterie litio-zolfo) e di renderla disponibile a eventuali investitori interessati.

A quanto pare, Tesla sarebbe interessata ad entrare con una partecipazione di almeno il 10%. Lo farebbe per garantirsi forniture sempre maggiori di batterie, a sostegno del proprio piano di espansione che porterà, entro 3 o 5 anni al massimo, all’arrivo sul mercato di due modelli compatti e a basso costo prodotti rispettivamente in Germania e in Cina.
Dopo i rinnovati accordi con Panasonic, l’annuncio delle proprie batterie 4680 e la partnership con CATL per la fornitura di celle senza cobalto per la Model 3 Made in China, a Palo Alto si punta quindi anche a LG Chem.