Elon Musk non è uno che le manda a dire, specialmente quando ritiene scorretti alcuni comportamenti della concorrenza. Lo ha fatto con Rivian, ad esempio, accusando la startup americana di aver “rubato” dipendenti chiave per colmare il gap con Tesla, e lo ha fatto con la cinese Xpeng Motors, che si sarebbe macchiata a suo dire di furto di proprietà intellettuale (qui la prova dell'auto "incriminata").
Ebbene, He Xiaopeng, CEO di Xpeng, ha rotto il silenzio e dopo mesi in cui non aveva affrontato l’argomento è passato al contrattacco. Tutta colpa di un tweet di Musk in risposta all’annuncio di Xpeng in cui la Casa cinese vantava di essere la prima a utilizzare un lidar su un’auto elettrica. He Xiaopeng, evidentemente irritato dagli attacchi del numero uno di Tesla, ha risposto per le rime: “Preparati perché ti faremo diventare matto”.
Questione di lidar
Ma cosa è successo? Tesla, in effetti, non usa Lidar sulle sue auto. L’Autopilot sfrutta l’analisi di dati raccolti da un radar frontale, 8 telecamere, un sonar a 360 gradi e un GPS. Tutte queste informazioni sono processate attraverso 48 reti neurali che simulano il ragionamento di un cervello umano, almeno nelle logiche di base. La forza del sistema Tesla, che è stato da poco completamente aggiornato, sta nel modo in cui vengono processate le informazioni.

Xpeng, invece, per il proprio sistema di guida autonoma adotta una tecnologia diversa, che sfrutta anche un lidar. A questo proposito, quindi, viene da chiedersi perché, ad esempio, non intervenga Lucid Motors, che per il proprio pacchetto DreamDrive offerto sulla Air proprio un lidar usa. La risposta è semplice.
Il caso Cao
Tutto nasce, come per Rivian, a causa del passaggio da Tesla a Xpeng – o meglio, a XMotors, filiale americana della Casa cinese – di un dipendente che, cambiando lavoro, avrebbe portato con sé una copia del software di gestione dell’Autopilot.
Tesla ha scoperto che Guangzhi Cao, questo il nome del lavoratore, prima di lasciare l’azienda avrebbe scaricato l’intero codice di guida autonoma: operazione a dir poco non in linea con le politiche aziendali.
Tanto che Tesla, nel marzo del 2019, ha indetto una causa contro Cao sostenendo che il suo ex dipendente si sarebbe appropriato del software al chiaro scopo di fornirlo al suo nuovo datore di lavoro: Xpeng, appunto. Cao, dal canto suo, si è difeso ammettendo di aver eseguito effettivamente il download del codice, ma di averlo poi cancellato e di non averlo dato a nessuno, men che meno ai suoi nuovi colleghi.
La cronologia degli eventi
- Marzo 2019: Tesla fa causa all’ingegnere Guangzhi Cao
- Luglio 2019: Cao ammette di aver scaricato il software dell’Autopilot
- Luglio 2019: Cao inizia a lavorare come consulente per la filiale americana di Xpeng Motors
- Gennaio 2020: Tesla cita in giudizio Xpeng
- Marzo 2020: Xpeng presenta una mozione di annullamento contro Tesla e si rifiuta di comparire
- Aprile 2020: Tesla presenta un’opposizione
- Aprile 2020: Xpeng acconsente a fornire una copia del proprio codice ad una terza parte per dimostrare di non aver violato segreti industriali.
- Novembre 2020: Xpeng annuncia di essere la prima Casa a dotare un’auto elettrica di Lidar
- Novembre 2020: Musk accusa nuovamente XPeng di violazione di segreti industriali via Twitter

Accuse rimandate al mittente
Alla base di tutto, secondo Tesla, ci sarebbe il fatto che per quanto adattato per funzionare con sensori di tipo diverso, Xpeng Motors avrebbe comunque tratto vantaggi dal visionare il software di gestione dell’Autopilot e da quello sarebbe partita per sviluppare il proprio codice.
È possibile? È verosimile? Elon Musk se ne dice sicuro. Xpeng rigetta con forza le accuse. Spiegando come Tesla non abbia prove di quello che sostiene. I legali della Casa cinese, puntano principalmente su due aspetti, e in ogni caso non resta che attendere la fine del contenzioso in corso per capire chi ha ragione.
- Né Xpeng né la sussidiaria statunitense XMotors sono coinvolte nel caso, che riguarda solo Guangzhi Cao e Tesla;
- Il tribunale non ha trovato prove che suggerissero che XMotors abbia commesso un illecito e Tesla, in 20 mesi, non avrebbe fornito documentazione credibile sui seguenti fatti:
- XMotors era a conoscenza del download del codice da parte di Cao
- XMotors ha incoraggiato Cao a compiere il download
- XMotors ha pagato o indotto in altro modo Cao a fornire il codice