La Ferrari elettrica si farà: la Casa di Maranello lo ha annunciato ufficialmente e ha anche detto che sarà pronta per il 2025. Nel dare la notizia, i vertici del Cavallino hanno subito messo le cose in chiaro: sarà una Ferrari in tutto e per tutto e utilizzerà tecnologie all’avanguardia sviluppate internamente, molte delle quali derivate dalle competenze maturate in Formula 1.
Tra queste tecnologie ce ne saranno alcune che porteranno alla progettazione di motori ad altissime prestazioni che, con ogni probabilità, saranno di tipo a flusso assiale. Le voci si fanno sempre più insistenti e lo sostiene anche Bloomberg, che lo afferma con certezza. Ma perché questa convinzione sta prendendo piede?
AMG ci crede molto
Facciamo un passo indietro. Sulle auto elettriche odierne la stragrande maggioranza dei motori è dotato di un rotore che gira all’interno di uno statore grazie all’eccitazione dei magneti. Ci sono però motori innovativi che hanno lo statore e il rotore, entrambi circolari, posizionati uno di fronte all’altro. Grazie a questa architettura possono sprigionare potenze maggiori e possono essere molto più piccoli e compatti. In certi casi arrivando a risparmiare anche l’85% degli ingombri.
Tra le aziende che più di altre stanno portando avanti questo tipo di motori c’è la Yasa, società britannica recentemente acquistata da Mercedes. La Casa tedesca ha compiuto questa mossa per un motivo ben preciso: le sue AMG del futuro dovranno avere motori elettrici in grado di fare la differenza.
Ferrari già li usa
La Yasa, prima di passare sotto la Casa della Stella, ha stretto accordi di fornitura dei suoi motori anche a Ferrari, che in effetti li usa sia sulla SF90 sia sulla nuova 296 GTB. Nel dettaglio, sulla prima ce ne sono due posti all’anteriore (il motore elettrico posteriore è di tipo radiale); sulla seconda ce n’è uno piazzato tra motore termico e trasmissione.
Insomma, in Ferrari i motori a flusso assiale li conoscono bene e hanno capito che possono offrire grandi vantaggi. Oltretutto, essendo così piccoli, possono essere inseriti all’interno delle ruote (operazione abbastanza complicata con i motori odierni), offrendo enormi vantaggi ai progettisti sia in termini di gestione della distribuzione della coppia sia in termini di progettazione dei telai. Con i motori in una posizione diversa c’è più spazio per la batteria o l’organizzazione dell’abitacolo, ad esempio.

“I motori a flusso assiale non sostituiranno del tutto quelli radiali – ha detto Davide Ferrara, a capo del dipartimento Ferrari che si occupa proprio dei propulsori elettrici -. Saranno però in grado di offrire una diversa esperienza di guida: sarà quella a dettare la scelta tecnica. E sarà proprio quello il bello, perché ognuno potrà dare alle proprie vetture elettriche una personalità specifica”.
Da Coventry a Maranello
In attesa che la scelta dei motori a flusso assiale venga confermata definitivamente per la prima sportiva a zero emissioni del Cavallino Rampante, ricordiamo che questo tipo di unità sono state messe a punto da Tim Woolmer, ingegnere inglese che su di essi ha realizzato la sua tesi di ricerca all’Università di Oxford.
I suoi motori avrebbero dovuto esordire sulla supercar C-X75 che Jaguar aveva iniziato a progettare per dare filo da torcere a hypercar ibride del calibro della Porsche 918, della McLaren P1 o della Ferrari LaFerrari. Il progetto non andò in porto a causa dell’eccessivo costo di sviluppo, ma la Yasa trovò altri clienti. Prima Koenigsegg, che li adotta sulla Regera, poi, appunto Ferrari. Le prime AMG con questo tipo di unità arriveranno sul mercato nel 2025, proprio quando debutterà la Ferrari elettrica. Vedremo se avranno tecnologie simili o no. E chi le avrà sviluppate meglio.