Musk lo aveva detto: nella Gigafactory di Berlino anche i metodi produttivi saranno straordinariamente innovativi. Per la Model Y (questo il primo modello che uscirà dalle linee tedesche) si vogliono utilizzare enormi macchine di fusione per lo stampo di parti in alluminio al posto dell'assemblaggio di parti tradizionali tramite robot, metodo considerato meno efficiente.

La mossa correggerà almeno in parte, i difetti costruttivi che affliggono le Model Y che escono dallo stabilimento di Fremont. Ma faciliteranno anche l’intero processo produttivo, visto che permetteranno di ottenere componenti strutturali enormi, molto più facili e veloci da montare.

Una rivoluzione

La soffiata arriva alla Reuters da una beninformata fonte che spiega come questi nuovi processi permettano alla Casa di Palo Alto di aumentare i volumi produttivi sfruttando una maggiore automazione dei processi.

Si tratterebbe di un risultato migliore di quello ottenuto nella Gigafactory del Nevada, dove il coordinamento in remoto tra i robot ha generato non pochi problemi.

Tesla Gigafactory Nevada

Un pezzo ne sostituisce 70

L’adozione di queste grosse fonditrici, secondo Elon Musk, permetterà di passare dall’avere 70 componenti da montare insieme ad un solo pezzo in alluminio per una parte del telaio. E questo sarà solo l’inizio, visto che in un secondo tempo questo metodo sarà utilizzato anche per la realizzazione di altre componenti. Le grandi novità della Casa insomma non saranno limitate al solo Battery Day del 22.

“Sarà stupendo vedere in azione la più grande fonditrice mai realizzata”, ha commentato il boss di Tesla con il solito entusiasmo. “Riusciremo a realizzare tutta la parte posteriore dell’auto, incluse le barre anti-intrusione del paraurti, in un unico stampo”.

Tesla Gigafactory 3 immagini progresso

Italia protagonista

Stando a quanto riferito dal blogger Tesmanian, inizialmente a Berlino entreranno in funzione otto di queste macchine, già soprannominate “Giga Press”. Il loro funzionamento – in un certo senso – sarà simile a quello adottato per la produzione di modellini da collezione. Con la differenza che qui si ragionerà in scala 1:1.

Le Giga Press, che hanno le dimensioni di una piccola casa, saranno realizzate dall’italiana Idra, azienda bresciana che però, al momento, si è trincerata dietro un rigoroso silenzio. Ma in un recente passato proprio la Idra aveva affermato di aver realizzato questo speciale macchinario per un’azienda automobilistica statunitense. Ora si sa che si trattava di Tesla.

La Giga Press è in commercio dal 2018 nelle varianti da 5.600 o 6.200 tonnellate. Riesce a dare forma a un’unica colata da 80 kg di alluminio e, a quanto pare, stabilirà nuovi standard nella produzione di automobili. Insomma, dopo essersi rivolto a Dallara per SpaceX, Musk ha trovato in Italia un'altra chicca.